La discesa dei luminosi - Ilenia Provenzi, Francesca Silvia Loiacono

Scrivere una recensione non è mai semplice, e questa non fa differenza. Questo è uno di quei libri che, nel bene e nel male, ti lasciano con una faccia da ebete davanti al cursore che lampeggia, mentre ti chiedi: "Da dove inizio?". Bé, se questa recensione vi sembrerà un po' sconclusionata sapete perché.

Partiamo innanzitutto dalle stelline che gli ho assegnato: due stelle e mezzo, pochine in effetti, ma quando un libro non convince, non convince e basta. 
La trama è senza dubbio originale e interessante, sebbene non sia una fanatica di misteri, codici e profezie, e l'idea di ambientare il tutto tra Venezia, Toscana e Messico mi è piaciuta, ma (ebbene, eccoci al fatidico MA) è stato tutto il resto ad infastidirmi. 
Il problema maggiore di questo libro è che risulta tutto forzato, dai personaggi, alle situazioni ai dialoghi. Sembra che ogni singolo dettaglio della storia sia stato freddamente calcolato per essere al posto giusto e al momento giusto per far sì che nel libro non ci sia niente di "scorretto". Se lo scopo delle autrici era scrivere un romanzo che non lasciasse buchi, capitoli più movimentati o più tranquilli di altri e situazioni che non facessero storcere il naso, ci sono riuscite, ma questo ha resto tutta la lettura estremamente finta e forzata. 
Avete presente quella sensazione che si prova leggendo un libro in cui i personaggi sono talmente reali da farci credere quasi di vederli saltare fuori dalle pagine? Quando potreste dire ad occhi chiusi "No, questo sicuramente non può averlo detto, non sarebbe da lui!"? Quando trovate un libro che non si limita a raccontarvi una storia, ma riesce a farvela VIVERE? 
Ecco, ne La Discesa dei Luminosi tutto questo manca. 
Il compito di uno scrittore è quello di inventare e raccontare, fin qui sono d'accordo, ma ciò che rende un libro vero, intenso, vivo, è quella sensazione che prova il lettore sentendo che i personaggi ci sono, che non sono inventati perché servivano. I personaggi con il tempo acquistano spessore e un carattere ben definito, spesso infatti solo loro a tenere in mano le redini della storia, a dirti cos'è giusto e cosa no, sono loro a guidare lo scrittore, e non li si può ignorare. 
La terribile sensazione che questo libro mi ha dato, invece, è proprio quella di una storia dove i veri caratteri dei personaggi non sono stati presi in considerazione, perché serviva che fossero in un certo modo, e le autrici non hanno ammesso eccezioni. Il risultato, logicamente, è una storia forzata al massimo, dove tutto è calcolato e finto. Immaginate i personaggi di questo libro come attori a cui è stato messo in mano il copione di un film attentamente studiato per piacere al pubblico: questi personaggi recitano, niente di più. 
E questo non mi piace per niente. 
Come si può pretendere che il lettore viva la storia, quando i personaggi per primi non sono veri e spontanei?

Concludo: La Discesa dei Luminosi non è sconsigliato, e non è brutto. E' un libro che ha i suoi pregi e i suoi mille cliché, ma per me questo non è abbastanza. Voglio vivere una storia, voglio esserne affascinata, voglio che mi catapulti nelle pagine, e voglio che i personaggi siano accanto a me mentre leggo, non mi basta fare da spettatrice ad uno spettacolo organizzato, dove pur di avere un risultato perfetto si è disposti ad azzerare completamente i sentimenti e le opinioni dei personaggi. 
Preferisco una storia imperfetta ma viva, ad una ben progettata ma così grigia e priva di emozioni. 
Leggetelo se volete una storia con un mistero da scoprire. Leggetelo se cercate qualcosa per passare un paio di pomeriggi. Leggetelo se i Maya e le profezie vi affascinano. 
Ma non leggetelo se ciò che cercate è una storia che vi emozioni e vi resti nel cuore.