"Il messaggio che voglio darti è di non abbatterti per i vari motivi, ma di batterti per la loro risoluzione."

Un'opera dalle molte pretese - Massimo Cortese

Siamo giunti alla conclusione di questa davvero meritevole trilogia, e ancora non me ne rendo conto. Una parte di me ripete "è finita", mentre l'altra si chiede "a quando il prossimo libro?". Questa non può che essere la prova che la testa e cuore non comunicano molto bene, nel mio caso. 
Su richiesta dell'autore mi accingo a descrivere questo libro con tre aggettivi: illuminante, ironico e piacevole. Illuminante, perché leggendolo ho imparato diverse cose sullo Stato, cose che magari per alcune persone sono ovvietà di tutti i giorni, ma cose che, per una diciannovenne come me, sono davvero interessanti da capire. Ora mi sento un po' ignorante rendendomi conto che ci sono ancora molte cose che non so, ma una cosa positiva dell'ignoranza è che la si può colmare. Si può imparare. E questo è uno dei punti che sempre citerò a favore di Massimo: mi ha dato la possibilità di imparare, in modo brillante e fluido. Non è da tutti. 
Ironico perché, da vero pessimista, l'autore non fa mancare il lato sarcastico a questo ultimo libro. Piacevole, perché lo stile è ormai ben delineato e cattura, senza mai essere pesante o noioso. 
Libro breve ma intenso, in cui Cortese ci racconta le sue esperienze di pubblicazione, e altri aneddoti parecchio interessanti, indispensabili per concludere questa trilogia che, diciamocelo, di Speranza ce ne ha data davvero molta.