Rowan - Ombre Angeliche

L'amore brucia, i mondo di scontrano, la magia regna.

Attraverso il fuoco (Italian Edition) - Josephine Angelini

So cosa state pensando: te la sei cercata! e non avete tutti i torti in effetti. Avevo già detestato Starcrossed, il primo volume della serie mitologica che ha reso famosa questa scrittrice, ma ho voluto concederle una seconda possibilità.. e me ne sono pentita.
Giuro che ho iniziato questo nuovo romanzo con tutta la buona volontà possibile, senza pregiudizi. Lo stile della Angelini mi era già sembrato molto banale, ma Attraverso il fuoco vanta una trama che non poteva non affascinarmi: si parla di streghe, insomma! Speravo quindi di riuscire a sorvolare sullo stile non proprio coinvolgente dell'autrice e di farmi invece rapire dalla storia, dagli incantesimi, dall'amore e dalla magia.. ma alla fine, purtroppo, mi è toccato assegnargli soltanto due stelle.
Di buono posso dire che questo romanzo mi è sembrato leggermente migliore di Starcrossed, con tre romanzi alle spalle evidentemente la Angelini qualche miglioramento lo ha fatto, e andando avanti con la lettura ho trovato che la storia fosse intrecciata piuttosto bene.. però, accidenti, quante - troppe - pecche! I primi capitoli li ho trovati davvero molto piatti e del tutto inverosimili, pensate che ho addirittura preso appunti su un quadernetto per non scordarmi le scene più assurde! Arrivata al terzo capitolo ho avuto una mezza crisi di nervi, ero bloccatissima con la lettura e ho davvero preso in considerazione l'idea di abbandonare il libro.. chi mi conosce sa che questo dice tutto. Però mi sono fatta forza, un po' perché ho preso un impegno con la CE e non è da me tirarmi indietro, un po' perché non volevo sparare sentenze senza aver letto a malapena 60 pagine, così, armata di cappuccino per darmi un po' di coraggio, ho ripreso la lettura, e in una notte l'ho divorato.
Ora, fermi un attimo: divorato.
Sì, okay, dopo il cappuccino la fame c'era, ma non l'ho di certo letto così in fretta per un miracoloso colpo di fulmine, proprio no, anzi! È vero, l'ho trovato migliore di Starcrossed, ma non mi è piaciuto lo stesso, l'ho trovato spesso inverosimile e a tratti confusionario e strascicato. Il mondo parallelo in cui viene trascinata la protagonista - una Salem Fantasy e tecnologica al tempo stesso - è del tutto incoerente e campato in aria, due caratteristiche che mi hanno lasciata non indifferente.
Nonostante queste pecche, però, pensavo ancora di riuscire a non bocciare totalmente il libro.. invece sono arrivati i personaggi a darmi il colpo di grazia, e le ipotetiche 3 stelle sono diventate 2 in un nanosecondo.
Passi l'amico/fidanzato, che risulta piuttosto insulso, sempre che non riesca ad ammaliarvi con i suoi addominali scolpiti, che verranno "accidentalmente mostrati" dalla famosa maglietta che si alza ad ogni movimento - e a questo proposito, una domanda sorge spontanea: ma tutti questi protagonisti maschili super sexy si rifanno il guardaroba nello stesso negozio di magliette difettose e di piccola taglia? Altrimenti non si spiega perché si alzano ogni tre per due lasciando scoperti addominali, ombelichi, capezzoli, bicipiti, tricipiti e tutto il resto.. dateceli nudi, per tanto così! - ma, come stavo dicendo, per quanto questo tizio mi abbia fatto saltare i nervi non è niente, niente confronto alla protagonista.
Su Lily Proctor dovrebbero scrivere un manuale, perché vi assicuro che una ragazza tanto cretina non la troverete da nessun'altra parte. Ma d'altronde, da una che "picchietta le dita sul rubinetto sperando che l'acqua si raffreddi", non c'era da aspettarsi altro, no? O nel suo liceo hanno i rubinetti touch, oppure lei ha il quoziente intellettivo di uno spazzolino da denti.. e purtroppo propendo per la seconda. Le sue innumerevoli allergie la portano a vomitare una pagina sì e una no, a riempirsi di macchie e ad avere costantemente la febbre con picchi fino a 43 gradi - roba da far impallidire persino Dr. House! - insomma, no no e no!
Più andavo avanti più non vedevo l'ora che il libro finisse, ma a questo punto non mi spiego proprio se il problema sono io, la Angelini o se semplicemente non siamo compatibili.. i suoi libri finiscono sempre per annoiarmi a morte.
Ho letto Attraverso il fuoco sperando di cambiare idea, ma se non è riuscita ad emozionarmi con un romanzo che parla di streghe, magia e amore, sono sicura che non ci riuscirà con nessun altro suo lavoro. Due romanzi su due bocciati.. posso ufficialmente dire che la mia avventura con quest'autrice è terminata, e non me la sento di consigliarvelo, purtroppo.

Un viaggio a ritroso nel tempo per scoprire la verità.

Lasciami andare - Fulvia Degl'Innocenti

Lasciami andare è un romanzo che mi ha colto un po' di sorpresa, non sapevo con esattezza cosa aspettarmi dalla storia di Eleonora e ho iniziato a leggerlo senza aspettative o pregiudizi.. il mio voto finale è ancora titubante, non mi è piaciuto fino in fondo, ma all'interno di questo triste racconto ho trovato delle cose che ho comunque apprezzato tantissimo, mi è quindi impossibile dare un giudizio completamente positivo o negativo.
Iniziamo col dire che si tratta di un romanzo di formazione scritto da una donna che, tra lauree in Pedagogia e master in Comunicazioni sociali, di ragazzi sa proprio come parlare. A piacermi è stato infatti il suo modo di approcciarsi ai problemi degli adolescenti, trovo che abbia uno stile davvero introspettivo, capace di scavare a fondo nei sentimenti e negli stati d'animo dei personaggi, riesce a descrivere in modo tanto reale e profondo le paure, i dubbi e la rabbia, da far saltare quasi fuori dalle pagine queste emozioni crude e dolorose.. sono rimasta davvero affascinata dalla sua bravura, più leggevo più mi sentivo in sintonia con ogni singolo personaggio della storia e più di una volta è riuscita a mettere nero su bianco alcuni pensieri che da sempre mi frullavano in testa, ma che non ero mai riuscita a concretizzare. Ha il dono, questa scrittrice, di riuscire a mettere i lettori davanti alle proprie paure attraverso i suoi personaggi. Sembra capace di strappare fuori  dalle pagine sensi di colpa, sbagli e rimorsi e di sbatterli in faccia al lettore così, come se niente fosse, costringendolo ad affrontare tante emozioni negative durante la lettura.. e così facendo il viaggio interiore di Eleonora diventa un po' anche il nostro personale viaggio tra i pensieri e le paura mai guardate in faccia.
Mi è piaciuta anche l'idea di fondo: Eleonora che torna al suo paese di origine, la verità che viene a galla piano piano.. è un viaggio per sanare il rapporto con il padre, sgretolato da troppi anni di silenzi e bugie. La storia, così com'è raccontata, si trova in perfetto equilibrio tra un romanzo per ragazzi e qualcosa di più complesso e profondo, che va a toccare temi difficili da trattare, offrendo uno spunto di riflessione al lettore, indipendentemente dal sesso o dall'età.
È un libro che scorre veloce e si legge in pochissimo tempo, merito un po' della lunghezza - 200 pagine scarse - e un po' del linguaggio giovanile usato dall'autrice, credo, per cercare di avvicinare ancora di più la storia di Eleonora ai lettori di tutte le età.
A non piacermi, invece, è stata la parte che riguarda le ricerche svolte dalla protagonista per far venire a galla la verità, che ho trovato piuttosto inverosimile e un po' deludente, così come il finale, e in generale lo stile, che mi ha lasciata quasi del tutto indifferente.. i personaggi sono ben caratterizzati nonostante siano poco descritti, come dicevo poco fa l'autrice è davvero brava a farci comprendere le emozioni di ognuno, quindi li ho trovati ben costruiti, a modo loro.
L'ho trovata una lettura interessante e sicuramente leggerò altro dell'autrice, ma non riesco proprio a decidermi se consigliare o meno questo suo romanzo, ha tanti lati positivi e altrettanti negativi, credo che possa piacere a chi cerca una storia forte, ma raccontata senza cattiveria. Penso che se la trama si fosse sviluppata in modo diverso mi sarebbe piaciuto molto di più, purtroppo credo non sia stata sfruttata a pieno la storia, che poteva dare davvero molto, però mi ha permesso di scoprire un'autrice che sicuramente terrò d'occhio, quindi a modo suo l'ho apprezzato. Lo consiglio quindi a chi ama i libri per ragazzi che nascondono, in modo più o meno velato, degli insegnamenti non sempre facili da comprendere e da accettare.

"Io sono stata solo me stessa, diario."

100 colpi di spazzola prima di andare a dormire - Melissa Panarello
Letto in poche ore, costretta a letto a causa dell'influenza.. che dire? Scrivere una recensione su un libro tanto famoso è quasi inutile, penso sia già stato detto tutto, ma d'altronde perché non dire anche la mia? Brevemente: dopo aver sentito parlare per anni di questo diario autobiografico (o almeno così si dice), ero curiosa di capire il motivo di tanto scandalo. 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire è considerato un caso letterario da quasi dieci anni, con due milioni di copie vendute.
Poche pagine - 150 circa - per raccontare sotto forma di diario le emozioni e le prime esperienze della giovanissima Melissa, alle prese con la scoperta del sesso e dell'amore.
Bene, letto e finito. E la sola cosa che mi viene da dire è: e allora?
Voglio dire, sarà che quando è stato pubblicato gli erotici non avevano ancora invaso gli scaffali delle librerie e le 50 sfumature non spiccavano sui cartelloni pubblicitari, ma tutta questa oscenità io non l'ho trovata nel diario di Melissa. Sì, è scritto male. Sì, parla di sesso e sì, più di una volta cade nella volgarità, ma.. personalmente ho letto libri erotici di autrici molto, molto famose e soprattutto molto amate nonfarenomi nonfarenomi nonfarenomie, anche se senza alcun dubbio queste autrici hanno uno stile più ricercato della giovane Melissa, ma per quel che mi riguarda il contenuto resta quello: storie di sesso volgari, che hanno poco da dire.
Questa lettura non mi ha dato niente, ma di certo non mi ha scioccata, o almeno non per i suoi contenuti. D'accordo, la protagonista ha gusti sessuali discutibili, ma oh, contenta lei.. ognuno vive la sua intimità come gli pare, no? Della serie "famolo strano", tanto per. Che poi non sia esattamente da prendere d'esempio, non c'è neanche bisogno di dirlo, ma ci sono protagoniste che fanno scelte decisamente peggiori di Melissa - sì, Abby Abernathy, parlo di te - eppure sono amate e osannate dalle lettrici. Perché? Boh.
Non ci ho trovato niente di così scandaloso e, sebbene gli abbia dato solo due stelle - perché sì, resta comunque il pessimo lavoro di una ragazzina troppo inesperta per scrivere - non capisco tutto questo accanimento.Criticatelo perché è scritto male, criticatelo perché la Fazi poteva sradicare qualche albero per stampare un libro migliore, ma criticarlo per il contenuto non lo trovo onesto.
Penso addirittura che, tutto sommato, nella storia di Melissa si possa trovare qualche ragionamento interessante: la ricerca dell'amore, il sentirsi incompleti, l'imparare a conoscere il proprio corpo.. poi sì, il tutto è scritto e raccontato da schifo, purtroppo.
Bocciato? Sì, perché scrivere di sesso è facile, ma farlo riuscendo ad emozionare o a coinvolgere il lettore è un'arte, e in questo senso il diario di Melissa è un gigantesco buco nell'acqua, ma non l'ho trovato peggiore di altri libri erotici che invece hanno avuto molto successo. Ci ho perso un paio d'ore, ma in fin dei conti non sono pentita di averlo letto.. per lo meno adesso posso dire la mia su un libro di cui ho sentito tanto parlare.

Sette sono i magici Talismani da recuperare, oltrepassando il cielo, la terra e il mare..

Il libro del sapere. Nelle terre di Aurion vol. 1 - Luca Azzolini

A inizio mese Luca Azzolini, autore che conoscevo già grazie a Evelyn Starr, è tornato in libreria con i primi due volumi della sua nuova saga Nelle Terre di Aurion, che ho letto con tantissima curiosità, attratta non solo dalle meravigliose copertine, ricche di dettagli e ben curate, ma anche dalla trama che prometteva tanta avventura, magia e mistero.. le mie aspettative sono state soddisfatte? Direi proprio di sì!
Il Libro del Sapere e Il Calice della Verità mi hanno tenuto compagnia per un paio di pomeriggi, trasportandomi nella magica Aurion, una terra ricca di bellezza, ma anche di oscurità e di creature terrificanti, comandate dall'Oscuro Principe della Notte. Ma come da sempre ci viene insegnato, la speranza non si spegne mai, neanche in un regno soggiogato da un Principe malvagio.. e la speranza di Aurion risiede in Dorian, che affronterà pericolose avventure e creature spaventose per liberare il regno, recuperando sette magici talismani.. Seguire Dorian, Mayra, Ravi e gli altri personaggi in questa avventura mi ha divertita molto, la storia è ricca di colpi di scena e una cosa è certa: non ci si annoia mai! Il pericolo è sempre dietro l'angolo e niente è come sembra ad Aurion.
Ci tengo a spendere due parole sullo stile, di questo autore italiano, che mi è davvero piaciuto molto. Nelle Terre di Aurion è una saga indirizzata a lettori molto giovani, a partire dai 9 anni, e tenendo conto di questo ho apprezzato la decisione di pubblicare i romanzi in più volumi brevi, penso che sia un ottimo modo per invogliare i ragazzi a leggere (come se le cover non bastassero!), ma pubblicare per i giovani non significa scrivere banalità, e Azzolini mi ha davvero sorpresa con il suo stile: l'ho trovato semplice e scorrevole, ma molto coinvolgente e con delle belle descrizioni, le sue parole mi hanno letteralmente trascinata dentro le pagine, ad Aurion, come se le avventure di Dorian le stessi vivendo in prima persona, affiancata da tutti gli altri personaggi, che sono sempre ben caratterizzati e trovano il loro posto nella storia. La trama non è delle più originali, ma mi è comunque piaciuta, sono romanzi che mischiano alla perfezione lealtà, pericolo e magia.
Per concludere, questi primi due volumi delle avventure di Dorian mi hanno fatto una buona impressione e sono felice di averli letti, mi sono avvicinata ad un autore di cui fin'ora non avevo mai letto niente - anche se possiedo già qualche altro suo romanzo - e la curiosità di proseguire con la storia c'è, quindi non vedo l'ora che arrivi novembre per poter stringere tra le mani il terzo e il quarto volume! È una serie davvero carina, che appassionerà i giovani lettori e insegnerà ai bimbi - ma anche ai grandi.. - che la luce non svanisce mai, se si sa dove cercare.

Insieme per l'eternità.

Afterlife - Claudia Gray

Mancanza di curiosità, è la prima cosa che mi viene da dire. È la prima volta che arrivo all'ultimo volume di una saga senza provare un minimo di ansia all'idea di scoprire come finirà la storia, e questo la dice lunga su quanto mi siano piaciuti Bianca e Lucas, i due sfortunati innamorati protagonisti della serie. Dopo aver resistito all'istinto di lanciare StargazerHourglass fuori dalla finestra, la voglia di avventurarmi nel capitolo conclusivo della saga era pari a zero, ma non potevo certo perdere la pazienza a un passo dalla fine, no? Afterlife mi ha lasciato una sensazione un po' così, mi è piaciuto più del secondo e del terzo volume, ma ci ha messo davvero un bel po' ad ingranare. La prima metà del libro l'ho trovata piuttosto noiosa e iniziavo a temere il peggio, per fortuna la seconda metà si è risollevata un po', quel tanto che basta a guadagnarsi le 3 stelle (invece delle 2 di Hourglass). Non farò spoiler sul finale, dico però che, per quanto giusto, mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca.. ho avuto l'impressione che la Gray, non contenta della piega che avevano preso gli eventi nell'ultimo libro, abbia stravolto tutto all'ultimo minuto nel tentativo di sistemare le cose.. non sono convinta. Alcune piccolezze mi hanno fatto storcere il naso, come libro conclusivo è troppo superficiale, l'autrice ha snocciolato tutte le spiegazioni che servivano a far quadrare i conti, ma mi sarebbe piaciuto avere più dettagli su alcuni personaggi che invece restano molto in disparte. È un buon finale, in fin dei conti, ma non era affatto quello che speravo e, dopo quattro libri, un po' mi dispiace. Non ho neanche avuto la soddisfazione di riporre la saga sullo scaffale e salutarla con un sorriso.. peccato, ci ho sperato fino all'ultimo.
In generale, resta una saga molto scorrevole e con una buona idea di fondo, che purtroppo non è stata sfruttata al massimo. C'è stato un calo evidente nel mezzo (ripeto: volume due e tre da bruciare), ma si è ripresa nel finale abbastanza da non farmela scaraventare nel camino. Ottima se cercate una lettura spensierata, per passare il tempo. Se siete a caccia di capolavori, invece, l'Accademia di Evernight non fa per voi.

Nessuno può sfuggire al proprio destino.

Hourglass - Claudia Gray, Luca Fusari

Proprio come ricordavo dalla prima lettura, il terzo volume della serie è.. in discesa! La storia di Bianca e Lucas non mi aveva convinta fin dall'inizio, ma con questo capitolo della saga ne ho avuto la conferma: è una storia inutile! Passi Evernight che, per quanto banale fosse, offriva una lettura piacevole e spensierata, ma più la storia prosegue più penso che l'autrice si sia incartata da sola, ingarbugliando la trama. Nel terzo episodio della sconclusionata vita di Bianca, ci si annoia a morte. L'intero libro è fiacco ed è evidente che, più che servire alla storia, è servito all'autrice per guadagnarci ancora di più.. i pochi eventi rilevanti potevano essere racchiusi in un paio di pagine, 300 pagine sono davvero troppo esagerate, ottimo solo se soffrite d'insonnia e cercate qualcosa che vi stenda dalla noia.
Sono arrivata alla fine del volume a fatica, questa volta neanche lo stile della Gray mi è stato d'aiuto a concludere in fretta la lettura, anzi, se all'inizio la sua scrittura semplice e scorrevole mi aveva colpita in modo positivo, adesso inizia ad infastidirmi.. è riuscita a rendere noiose anche le (poche) scene interessanti! Ammetto però che il mio è un giudizio di parte: purtroppo Bianca e Lucas continuano a starmi antipatici, e questo volume è interamente incentrato su di loro che, come potrete immaginare, da bravi adolescente innamorati si danno alla pazza gioia.. troppo miele, per i miei gusti. Ho sentito molto la mancanza di Balthazar, l'unico personaggio che per il momento apprezzo davvero.
Questo volume aveva tutti i requisiti per farmi schifo, e così è stato.
La sola cosa positiva è che, un passo alla volta, mi sto avvicinando alla fine della saga.. non vedo l'ora di riporla sullo scaffale e dimenticarla per sempre! Peccato, davvero, perché questa storia aveva tutte le carte in regola per essere una lettura fresca e piacevole.

Quando si è immortali, l'amore è per sempre.

Stargazer - Claudia Gray

Alla prima lettura ricordo che questo volume mi era piaciuto più del primo, purtroppo mi sono dovuta ricredere.. sono passati anni, e forse adesso valuto in modo più obbiettivo la storia, non lo so, fatto sta che, se già Evernight non mi aveva esattamente conquistata, Stargazer si è rivelato un volume pressoché inutile, anche se non posso definirlo brutto.
Dopo il finale del primo libro, l'autrice avrebbe dovuto sfruttare tutto ciò che di carino e di originale c'era in Evernight, e far ingranare finalmente la storia.. purtroppo, invece di prendere il via e diventare più coinvolgente, la trama di questo secondo volume è piatta e non sembra arrivare a niente. Qua e là vengono disseminate un paio di informazioni importanti, e viene introdotto un personaggio che diventerà fondamentale per la saga - almeno spero, altrimenti posso definitivamente tirare i cinque libri in testa all'autrice -, ma nonostante sia più ricco di azione mi ha lasciato una sensazione di banalità, non sono per niente soddisfatta, invece di sfruttarlo per far decollare la storia l'ha trascinata sul fondo e temo che non riuscirà più a risollevarla.Non serviva un intero libro per inserire queste pochissime novità e ho proprio paura che si sia bruciata ogni possibilità di farmi apprezzare la già noiosetta storia d'amore tra Bianca e Lucas che, per l'appunto, continuo a detestare.. lei resta scema e goffa come nel primo volume, lui è irrimediabilmente imbarazzante e davvero poco accattivante come personaggio. L'autrice ha cercato di dargli quell'aura da bello e tormentato, ma il risultato è pessimo e davvero poco soddisfacente, questo ragazzo fa delle figure che definirle pessime è un complimento, non ne azzecca una e ha la perspicacia di un tappeto quando si tratta di ragazze. Capisco che al giorno d'oggi le lettrici ne hanno piene le tasche dei bellocci sexy, romantici, protettivi e un po' ombrosi - per la cronaca, io non faccio parte di questo gruppo di ragazze U.U -, ma allora avrebbe fatto meglio a caratterizzare Lucas in modo diverso.. dargli tutti i requisiti per essere un bello&dannato e poi farlo comportare come un idiota è.. è.. insomma, non si fa! Avete presente tutte quelle cose che un vero bello&dannato fa, tipo sbucare al momento giusto e salvare la donzella dal pericolo senza fare domande, perché anche se è impossibile lui sa già tutto, o azzerare il battito cardiaco della fortunata protagonista con un solo sorriso o, ancora, fare LA battuta, quella battuta che detta da qualcun altro ti farebbe cadere le braccia, ma detta da lui è.. wow. Okay, persone così nella realtà non esistono, ma chissenefregalasciatemisbavareunpo'! Nella saga della Gray un personaggio così c'è, peccato che sia quello sfortunato di Balthazar, che nessuno si fila. Bah.
Penso che il terzo volume sarà quello decisivo, scoprirò finalmente se l'autrice riuscirà a salvare almeno in parte la storia, o se la scintilla tra me e l'Accademia di Evernight si è spenta ancora prima di accendersi..

E se Giulietta e Romeo fossero stati vampiri?

Evernight   - Claudia Gray, Luca Fusari
Se Giulietta e Romeo fossero stati vampiri, a quest'ora si starebbero rivoltando nella tomba. O nella bara.
Battute a parte, questo è stato uno dei primi Urban Fantasy sui vampiri che ho letto e che ho voluto comprare a tutti i costi, quindi ci sono un po', come dire, affezionata. Letto per la prima volta nel 2009,Evernight mi aveva regalato una lettura leggera e romantica, che però non mi aveva convinta del tutto.. a cinque anni di distanza, posso dire che la mia opinione non è cambiata di una virgola.
Quella di Bianca e Lucas è una storia che negli ultimi anni abbiamo visto e stravisto, con il boom degli amori impossibili e delle creature sovrannaturali non è che la serie della Gray dica niente di nuovo (anche se, ricordiamocelo, è stato uno dei primi romanzi vampireschi a sbarcare nelle nostre librerie!), però ammetto che l'idea di base l'ho trovata geniale: un'accademia frequentata da vampiri, che tra lezioni di guida e di informatica imparano a stare al passo con i tempi per adattarsi al mondo che, intorno a loro, si evolve e li lascia indietro, intrappolati in tradizioni ormai superate. Questo poteva essere uno spunto davvero valido, perché trovo bella l'idea di scoprire come i vampiri affrontino i cambiamenti, come imparino ad adattarsi ai tempi e alle nuove mode, peccato che l'autrice abbia sviluppato il tutto il modo troppo superficiale e approssimativo. Lo stile della Gray non mi è dispiaciuto, è semplice e scorrevole, adattissimo ad una lettura estiva o da infilare nella borsa quando non si ha voglia di romanzi impegnativi, ma di certo non è un capolavoro.
A impedirmi di apprezzarlo sono stati soprattutto i due protagonisti, i nostri "Romeo e Giulietta", Bianca e Lucas. Cretina lei, snervante lui.Non mi sono piaciuti come personaggi né come coppia, non mi hanno per niente emozionata e questo ovviamente ha influito molto sul mio giudizio. Nel frattempo continuo a fare il tifo per Balthazar, lui sì che è un bel personaggio!
Se solo quella decerebrata di Bianca si desse una svegliata..

La leggenda di Robin Hood come non è stata mai raccontata.

La leggenda di Robin - Elena Kedros
Dopo aver adorato la prima saga di Elena Kedros, Ragazze dell'Olimpo, ero curiosissima di leggere questa nuova serie Fantasy incentrata sulla leggenda di Robin Hood, e non ne sono affatto rimasta delusa.
L'autrice si rivolge sempre ad un pubblico di ragazzi, ma cambia genere e si lancia nel Fantasy classico, in una storia di castelli, archi e fionde, Cavalieri, piccoli villaggi e misteriosi medaglioni.. una rivisitazione davvero particolare, che ci presenta Robin Hood in una veste completamente nuova: una ragazza.Costretta a scappare dal suo villaggio, distrutto dai Cavalieri, la protagonista si avventurerà nella foresta per salvarsi, e farà la conoscenza di un gruppo di giovani ladri che la accoglieranno nel loro Clan. La giovane Robin, però, non riesce a lasciarsi alle spalle il dolore e il desiderio di vendetta, che la porteranno a crescere e a fare cose che mai avrebbe immaginato di poter fare.
Una storia di uguaglianza, giustizia e perdita, povertà e piccole gioie, che affronta in modo delicato alcuni temi difficili rendendo la lettura adatta ai giovani, che si immedesimeranno facilmente in Robin e nei suoi compagni di avventure, dall'irascibile Will al fedele Mud. Assalti, fughe, mancate impiccagioni e lezioni di tiro con l'arco: un mix perfetto che vi terrà incollati alle pagine del libro fino all'ultimo capitolo.
Come suo solito, la Kedros dà vita a protagoniste forti e coraggiose, un esempio bellissimo e un invito a non sottovalutare mai la propria forza, anche quando il mondo intero sembra volerti sminuire.
Con uno stile semplice ma ricco di dettagli, questo romanzo si lascia leggere in pochi giorni e vi farà venire voglia di passeggiare nei boschi e nella natura, nonché di avere tra le mani il seguito, per scoprire cosa riserverà il destino a Robin e al Clan della Foresta.
Se temevo che la Kedros facesse un buco nell'acqua, mi sbagliavo di grosso! La storia è avvincente e i combattimenti sono ben descritti, ho apprezzato ogni personaggio, anche gli antagonisti e i traditori si sono insinuati nel mio cuore, talmente sono reali e ben costruiti. È senza alcun dubbio una lettura che consiglio agli amanti dei Fantasy per ragazzi, leggera al punto giusto e perfetta per le vacanze estive o per prendersi una pausa da letture più pesanti, ma che offre comunque una buona storia, originale e ben intrecciata.
Non vedo l'ora che esca il secondo volume, sono davvero curiosa di scoprire come proseguiranno le vicende di questa giovane e abile arciera, che non si lascia spaventare da nessuno e combatte per ciò in cui crede. La Kedros mi ha dato la conferma di essere una brava scrittrice, se non avete mai letto niente di suo affrettatevi, Le ragazze dell'Olimpo e Robin vi aspettano, lasciatevi conquistare!

«Un romanzo che vi farà palpitare il cuore.»

Se fosse per sempre  - Tara Hudson, Paola Bonini

Con Hereafter - titolo originale del romanzo - si apre una trilogia Young Adult (o forse Urban Fantasy? Bravo chi ci capisce qualcosa, io mi arrendo!) dalla trama davvero interessante. Al bando i vampiri, che ormai non vanno più di moda, bye bye ad angeli e licantropi e un saluto anche agli Zombie.. qui, si parla di fantasmi.
In particolare si parla di Amelia, che da anni vaga sulla riva del fiume in cui è annegata, in uno stato di perenne confusione, divisa tra incubi e realtà senza sapere come uscirne, finché un giorno da quelle acque che tanto tempo prima l'avevano inghiottita, Amelia porta in salvo un ragazzo che cambierà per sempre la sua vit.. ehm, be', la sua morte.
Se fosse per sempre è un libro che si legge tutto d'un fiato, probabilmente è anche merito del formato gigantesco e dei bordi esagerati, penso che se la Nord lo avesse stampato con un formato normale le pagine non sarebbero arrivate neanche a 300, ma così lo hanno stampato e così ce lo teniamo. Dicevo, la storia di Amelia e Josh è romantica e triste, si legge davvero in poco tempo e in generale mi è piaciuta, anche se non racconta nulla di nuovo.. è il tipico YA per eccellenza, carino e piacevole, ma che non lascia molto a lettura conclusa.
Lo stile della Hudson mi ha fatto apprezzare in particolare i sogni/incubi di Amelia e una nota di merito va sicuramente all'ambientazione un po' cupa e leggermente angosciante che è riuscita a creare, l'ho trovata molto realistica e mi ha fatto sentire parte della storia.. è uno stile coinvolgente, semplice e d'impatto, molto appropriato visto il tipo di romanzo.
Sui personaggi non posso dire lo stesso, purtroppo.. nessuno di loro mi è risultato antipatico, ma non mi sono neanche piaciuti particolarmente, li ho trovati un po' piatti e ho fatto fatica ad apprezzarli, anche se svolgono bene il loro ruolo e non posso certo dire che siano brutti o mal riusciti, semplicemente non mi hanno entusiasmato troppo.

Se fosse per sempre mi ha regalato esattamente la lettura che mi aspettavo, scorrevole e con un buon ritmo, ma un po' troppo tranquillo per i miei gusti.. i colpi di scena sono pochi e anche nei momenti di azione le emozioni restano piuttosto piatte, diciamo che fa un po' fatica ad ingranare e solo verso il finale inizia a vedersi la storia che, spero, migliorerà nel secondo volume. Peccato, perché l'autrice riesce a coinvolgere davvero molto il lettore e a tenerlo con il fiato sospeso, ma la trama non si è sviluppata abbastanza da emozionarmi.. manca un po' di sentimento (non nel senso di romanticismo), che solitamente in questo genere di letture mi piace molto, ma nonostante queste piccole lacune è un libro che mi sento di consigliare a chi cerca qualcosa di leggero ma non "inutile". Leggerò sicuramente il seguito perché sono convinta che la storia possa dare molto, molto di più!

Serve soltanto il coraggio quando non si ha niente da perdere.

L'arte ingannevole del gufo - Ella West

Quando ho saputo che la Giunti avrebbe pubblicato questo thriller per ragazzi, mi sono quasi messa a fare il conto alla rovescia.. non vedevo l'ora di averlo tra le mani! Ho dovuto attenderlo per diverso tempo, ma alla fine è arrivato sano e salvo nella mia cassetta delle lettere.. inutile dire che nel giro di una giornata lo avevo già concluso, e non solo perché è molto breve (160 pagine), ma anche perché l'ho trovato davvero coinvolgente, nella sua semplicità.
Affetta da una particolare disfunzione genetica che non le permette di stare al sole, Viola vive in una fattoria isolata insieme ai suoi genitori ed esce solo di notte, la sua vita si snoda tra compiti, computer e passeggiate nel bosco, quando cala il buio, in compagnia del suo gufo e dei suoi occhiali per la visione notturna, che le permettono di vedere quello che la notte solitamente nasconde agli occhi delle persone.
È proprio grazie a questi speciali occhiali che, una notte senza luna, Viola fa uno strano incontro nel cuore del bosco.. un ragazzo, dopo aver dato fuoco ad una macchina con dentro il corpo di uomo, sotterra un sacco e scappa, ignaro della presenza della ragazzina. Inizia così una storia di mistero e pericolo, storia che, seppur irreale, mi ha appassionato fin dalle prime pagine.
Lo stile dell'autrice è molto semplice e limpido, non si perde in fronzoli o in  dettagli inutili e delinea alla perfezione il personaggio di Viola, una ragazzina che sa proprio il fatto suo. Un po' meno caratterizzati sono i genitori della protagonista, che qualche volta mi hanno fatto cadere le braccia con discorsi inverosimili e decisioni che una persona adulta e sana di mente spero non prenderebbe mai nella vita reale, ma sono dettagli che non ho trovato particolarmente fastidiosi.
Ho apprezzato moltissimo l'ambientazione, l'autrice riesce a descrivere in modo minuzioso il bosco di Viola e tutta la natura che la circonda, dando importanza ad animali, piante, clima.. è stato come fare un tuffo nel cuore della sua pineta e accompagnarla lungo questa breve ma intensa e pericolosa avventura, che ho trovato ben strutturata e mai noiosa.

A deludermi un po' è stata lo sviluppo della storia, credo che sia quasi impossibile sviluppare un thriller - sia anche per ragazzi - in così poche pagine, ed è proprio la brevità del romanzo ad avermi lasciato un po' l'amaro in bocca.. con i libri corti ho sempre l'impressione che manchi qualcosa, che la storia sia stata lasciata a metà.. non mi soddisfano mai a pieno, così come non mi ha del tutto soddisfatto il finale, un po' affrettato e inverosimile, seppur sorprendente. Sarà che non sono molto perspicace, ma proprio non mi aspettavo che finisse così!
È stata una lettura velocissima che non mi ha lasciato niente di particolare, ma ho passato un bel pomeriggio e non mi pento di averlo iniziato. Probabilmente fra un mese ricorderò poco o niente del libro, ma mentre lo leggevo non mi sono annoiata e, anzi, non vedevo l'ora di scoprire come sarebbe finita la macabra avventura di Viola.
Un romanzetto ottimo da portare in vacanza e da leggere in poche ore, poco impegnativo ma con la giusta dose di mistero, giallo quanto basta, adatto sicuramente ai giovani lettori che cercano qualcosa di originale, ma che prenda poco tempo.

Ho sempre saputo che un giorno sarei diventata Belly Fisher. Solo non immaginavo che sarebbe successo così.

Per noi sarà sempre estate - Jenny Han

Siamo arrivati al volume conclusivo della trilogia dell'estate.. non pensavo che sarei riuscita ad arrivare al terzo e ultimo libro, lo ammetto. Eppure, tra mille avventure - il secondo volume mi è caduto in acqua, tanto per dirne una -, ce l'ho fatta.
Recensire l'ultimo libro di una saga è sempre una questione delicata perché si vorrebbe parlare dello sviluppo della storia, del finale e di ciò che avremmo voluto succedesse - o non succedesse -, ma vorrebbe dire riempire la recensione di spoiler, e non è quello che vogliamo, quindi cercherò di essere breve nel lasciarvi la mia opinione.
Il primo volume è stata una delusione, il secondo mi ha annoiata a morte e dal terzo non sapevo cosa aspettarmi.. per fortuna ho deciso di leggerlo, se non lo avessi fatto mi sarei persa l'unico volume decente della trilogia, perché sì, il mio voto purtroppo resta molto basso, ma questo è il libro che ho apprezzato di più.. il meno peggio, diciamo.

Io ho sempre amato soltanto due ragazzi, entrambi con il cognome Fisher. Conrad è stato il primo, e l'ho amato come lo si può fare solamente la prima volta.
Poi c'è stato Jeremiah. I miei due grandi amori.


Buona parte della storia continua ad essere inutile a mio parere, per quasi 300 pagine troviamo Belly, ormai diciannovenne, intenta ad organizzare il proprio matrimonio.. peccato che non sappia dove sbattere la testa e che il tutto risulti molto inverosimile (non per l'età della protagonista, ma proprio per come viene trattato da parte sua e del futuro sposo la questione del matrimonio). In questo volume però l'autrice deve essersi fatta una bella flebo di caffeina perché finalmente, dopo averci ammazzati di noia con il secondo libro, si è data una svegliata: Per noi sarà sempre estate ingrana, mette la marcia e più o meno decolla. Inciampa qua e là su scene penose, discorsi tremendi e sui complessi snervanti di Belly - sono abbastanza sicura che lei e Bella Swan siano in qualche modo imparentate - , ma nel complesso non l'ho trovato brutto come i primi due.. peccato solo che la Han sembri aver sviluppato un insano piacere nel rovinare i personaggi. Di Belly non parliamone proprio, l'ho insultata abbastanza nella recensione del secondo volume e la mia opinione su di lei non è cambiata di una virgola, ma questa volta l'autrice si è divertita a rivoltare i fratelli Fisher come una frittata - Oplà! - e a sconvolgere completamente l'idea che il lettore si era fatto di loro. Il dolce e comprensivo Jeremiah si rivela essere un ragazzo pigro e disgustoso, mentre Conrad, che fino al volume precedente avrei voluto prendere a calci, si trasforma nel Principe Azzurro. La cosa brutta è questo cambiamento non viene minimamente spiegato, soprattutto per quel che riguarda Jeremiah, e questa è una cosa che mi ha dato veramente molto fastidio, sembra che la Han li abbia trasformati così su due piedi, solo per comodità, senza preoccuparsi di dare una spiegazione soddisfacente al lettore. Peccato, perché i fratelli Fisher non hanno mai fatto breccia nel mio cuore ed ero pronta a lasciarmi incantare dal finale, qualunque fosse stato, con chiunque Belly avesse deciso di passare il resto della sua vita. Ma così, con questi comportamenti senza capo né coda, la scelta di Belly mi ha lasciata del tutto indifferente e di conseguenza non mi sono sentita coinvolta o emozionata, cosa che uno si aspetta di essere almeno un po', nel finale di una trilogia. Altro errore per la Han, che si è bruciata definitivamente la sua ultima possibilità di aggiudicarsi almeno 3 stelle da parte mia.
In definitiva, non sono soddisfatta, ma proprio per niente.

Il fatto che tu seppellisca qualcosa, però,
non significa che quella cosa smetta di esistere.


Se dovessi assegnare un aggettivo a ogni volume della The Summer Trilogy credo che sarebbero, in ordine: sciatto, noioso e deludente. Non è esattamente quello che uno vorrebbe leggere, ma se siete alla ricerca di una lettura che vi impegni per un pomeriggio, potrebbe essere la trilogia adatta alla vostra estate.
Certo, bisogna prenderla per quello che è: una storia banale, un po' romantica e un po' sciocca, ma soprattutto poco impegnativa.
Non potendo scendere nei dettagli non mi resta che concludere dicendo che questa trilogia lascia il tempo che trova, quindi se pensate che possa fare al caso vostro il mio consiglio è quello di concedergli una possibilità.

Che cosa significa amare?

My dream is you - Serena Tristini
Quando ho iniziato questo libro non sapevo esattamente cosa aspettarmi. Ero al corrente della profonda passione che l'autrice provava verso Robert Pattinson, ma ero davvero curiosa di scoprire come la storia Aurora e Robert si sarebbe evoluta.. perché diciamocelo, la possibilità che una celebrità del genere voli in Italia per una vacanza e si innamori è indubbiamente remota. Eppure.. eppure ciò che Serena prova verso Rob - da non confondere con il rubacuori Edward Cullen - è un amore tanto reale e intenso da portarla a scrivere, a mettere nero su bianco i suoi sogni. My Dream is You è un romanzo piuttosto breve, ma anche molto onesto. È chiaro fin dalle prime pagine, grazie alla prefazione di Ilaria Militello - autrice di Love Vampire - che questo lavoro non era nato con l'idea di essere pubblicato e quindi, di conseguenza, letto da altri. E nel complesso lo si nota. Non perché sia scritto male o perché siano presenti errori di qualunque tipo, ma semplicemente lo si avverte nel modo di scrivere, nel sentimento reale e passionale che trapela dalle pagine, quello che di solito caratterizza la prima stesura di tutti i romanzi, che vengono poi smussati e rimodellati prima di finire nelle mani dei lettori. Questo filtro, in My Dream is You, non c'è. Quello che leggiamo è un filo diretto dei sogni e dei pensieri dell'autrice, e questo rende la lettura bizzarra, originale e curiosa.
Sono dell'idea che fantasticare sia una cosa sana, lo facciamo tutti. E da queste fantasticherie nasce la storia di Aurora, una storia tenera e divertente, un po' inverosimile ma che fa sognare, classica come solo i romanzi d'amore sanno essere.
Se vogliamo dare uno sguardo allo stile, sicuramente qualche pecca da segnare c'è, come l'utilizzo eccessivo di punti esclamativi e - ma qui si tratta poi di gusti - di parolacce. Ma non infastidiscono più di tanto e, ancora più importante, non rallentano la lettura, al contrario, lo stile è tanto scorrevole da far divorare il libro in pochissimo tempo.
E qui finiscono le mie critiche.. poche, no?
 
"Mi sono sempre sentita fuori posto, dovunque e con chiunque. Sono sempre stata molto indipendente e spesso mi piaceva stare sola. Mi preoccupavo del benessere altrui, che mettevo sempre al primo posto, anche davanti ai miei bisogni."
 
Di punti positivi invece ne ho trovati parecchi, alcune scene le ho trovate molto ben descritte e mi hanno coinvolta molto, non appena trovavo qualche minuto per leggere tornavo da Rob e Aurora, curiosa ed emozionata. È un libro corto, ma che racchiude nelle pagine tante, tantissime cose: amore, speranza, amicizia, famiglia, colpi di scena, dubbi e passione. Non gli manca davvero niente! E un appunto devo farlo: il finale, ragazzi.. il finale! Commovente -lo ammetto, mi è partita la lacrimuccia, che posso farci? - e divertente al tempo stesso.. non poteva concludersi in modo migliore!
E, anche se non siete fan di Robert Pattinson, non scartate My Dream is You dalla vostra lista dei desideri, perché questo potrebbe essere un qualsiasi romanzo d'amore, potrebbe raccontare la storia qualunque di una ragazza e di una celebrità, quindi non fatevi frenare, levatevi dalla testa il bel vampiro di Twilight, che qui c'entra poco o niente, e concedete una chance a questa giovane autrice!
Che altro dire? Sono felice di essermi prestata per la cover di questo libro, e se mai l'autrice dovesse pubblicare qualche altro lavoro sarò la prima a volerlo leggere!

«Si smette di aver paura del Diavolo quando lo si tiene per mano.»

Quando il diavolo mi ha preso per mano - April G. Tucholke

Era da parecchio tempo che un libro non mi lasciava questa sensazione addosso, un misto di delusione e scetticismo che non riesco a scrollarmi via, neanche diversi giorni dopo averlo terminato. Non avevo grandissime aspettative su questo romanzo, anzi, inizialmente non ero neanche sicura di volerlo leggere, ma.. come si fa a resistere a quella promessa di mistero, amore e orrore che trapela dalla trama e dalla cover? Non si può. Ecco perché alla fine ho ceduto e mi sono lasciata ammaliare dalla veste grafica del romanzo che, nonostante il font tremendo dell'edizione italiana, attira i lettori come una calamita. Non so esattamente cosa mi aspettassi da queste 264 pagine, forse immaginavo di trovarci un'avventura condita di amore, brividi, ombre e Diavoli. E per certi versi questi elementi sono presenti nel libro, ci sono ma non ci sono. Cosa, dite che non ha senso? Già.
Lo avevo detto che non ero convinta.

Anch'io avevo fatto dei giochi notturni, da piccola, quando veniva a trovarmi mia cugina. Giocavamo a Brucia la Strega tra gli alberi dietro a Candalù e il mio cuore batteva forte finché non trovavo un nascondiglio. Poi c'era l'interminabile attesa nel terrore, finché qualcuno non mi vedeva e le grida "Strega!" e "Bruciamola!" risuonavano nell'aria fresca della sera..

Quando il Diavolo mi ha preso per mano, primo volume della duologia Between, si è rivelato senza dubbio un libro particolare, per certi versi anche originale, che segue un po' le orme di Anna vestita di sangue e punta ad essere una lettura dark, poetica, da brividi.
Ma non ce la fa. Arranca, inciampa e non conquista.
In primis perché la maggior parte degli eventi che tengono in piedi la trama sembrano lasciati al caso, scene tagliuzzate e ricomposte male, a casaccio, come un puzzle assemblato da un cieco. La storia funziona comunque, bene o male, perché il libro è strutturato il capitoli molto brevi, alcuni composti quasi esclusivamente da scene a sé, scene interessanti e piacevoli, ma che unite a formare un romanzo risultano poco convincenti. E la cosa peggiore è che Between the Devil and the Deep Blue Sea - titolo originale - aveva tutte le carte in regola per essere davvero un ottima lettura, una ventata d'aria fresca, qualcosa di sorprendente e intrigante.. era così facile, accidenti.. ci sono rimasta quasi male, una tale occasione sprecata.. peccato.
Peccato perché la prosa dell'autrice è davvero interessante, riesce ad essere scorrevole, particolare ed evocativa al tempo stesso, l'esempio più lampante è senza dubbio quello di Candalù, la villa sulla scogliera, trascurata, antica e misteriosa come solo le vecchie case sanno essere. Al suo interno si svolge quasi tutta la storia, e l'autrice ha una particolare abilità nel far prendere vita a questo luogo affascinante, per tutta la durata della lettura mi è sembrato di essere lì, all'interno delle pagine. Ho sorseggiato caffè dalle tazzine sbeccate, ho camminato sulle assi scricchiolanti, ho rovistato nella buia soffitta in cerca di lettere e indizi. E tutto questo per cosa? Il mistero viene svelato a metà libro facendo perdere alla storia tutto il suo fascino cupo.. questo romanzo poteva offrire molto, molto di più.
Ci sono vari elementi che la rendono una lettura interessante, capace di donare qualche brivido grazie alla presenza di tavole Ouija, cimiteri, apparizioni e ad alcune scene abbastanza macabre - almeno per chi è fifone come la sottoscritta - ma gli manca qualcosa e, dettaglio non da poco, i personaggi sono poco caratterizzati e non mi hanno per niente colpita. Anzi, questo non è del tutto esatto: River mi ha colpita. Ma in negativo. L'ho trovato inquietante, quasi malato.. mi ha messo addosso un'ansia poco piacevole e a nulla è servito il suo atteggiamento da bello e dannato, che di solito mi conquista. No, a lui avrei volentieri legato mani e piedi prima di buttarlo giù dalla scogliera di Candalù, dritto dritto nell'oceano.. meglio ancora se infestato dagli squali. Violet mi è piaciuta nel suo essere bizzarra, ma fin troppo spesso mi è capitato di detestarla per la sua ingenuità, se così vogliamo chiamarla. Per evitare spoiler posso solo dire che non è del tutto colpa sua, ma caspita, io al posto suo sarei scappata a gambe levate da uno come River. Peccato che l'istinto di sopravvivenza della ragazza sembri inesistente. Capisco l'essere ammaliata dal fascino tenebroso del ragazzo nuovo, soprattutto se vive nella tua dépendance e non c'è neanche l'ombra di un genitore nei dintorni, ma cielo, c'è un limite a tutto. Al cuore non si comanda, in fondo. Anche se questo significa rischiare la testa per un tizio squilibrato e bugiardo. Contenta lei.

Freddie non faceva che parlare del Diavolo, quasi fosse il suo migliore amico, o un vecchio amante. Ma per quanto parlasse del Diavolo, non la vidi mai pregare.
Io pregavo, invece. E mi rivolgevo a Freddie, quando morì.
Negli ultimi cinque anni l’avevo fatto così tante volte che era diventato un gesto inconsapevole, come soffiare sulla zuppa quando è troppo calda. Pregavo Freddie per i miei genitori lontani. Per i soldi che stavano per finire. E perché, a volte, mi sentivo così sola da sentire più vicino il maledetto vento dal mare che sibilava tra gli infissi, che non mio fratello al piano di sopra.
E pregavo Freddie per il Diavolo. Le chiesi di tenere la mia mano lontana dalla sua. Le chiedevo di proteggermi dal male.
Ma, nonostante tutte le mie preghiere, il Diavolo mi trovò comunque.

Un libro che aveva molto da offrire, ma che purtroppo ha tanti, troppi punti deboli. Devo ancora capire se mi sia piaciuto o no, ma una cosa è certa: non sono soddisfatta e non so se leggerò il seguito, non so se mi interessa proseguire con questa storia intrisa di fuoco, sangue e incubi, che prometteva tanto, ma che mi ha lasciato poco. Il problema di fondo è un po' questo, succede tanto, ma non succede niente. La cosa mi confonde e mi lascia l'amaro in bocca, vedremo se all'uscita del secondo volume la curiosità si farà sentire. Non lo consiglio, ma nemmeno lo sconsiglio. Lasciatevi guidare dall'istinto, se sentite il bisogno di dargli una chance, allora non esitate a leggerlo, altrimenti lasciate perdere.

Ogni estate precedente, avevo sperato che le cose cambiassero. Che la mia vita cambiasse. Quell’estate, finalmente, tutto cambiò. E cambiai anch’io.

L'estate nei tuoi occhi. The summer trilogy - Jenny Han

Devo ammetterlo, io non sono tra le lettrici che attendevano con trepidazione L’estate nei tuoi occhi. Non perché non mi ispirasse, ma perché non ne avevo proprio sentito parlare. Un giorno, di punto in bianco, mi sono trovata sommersa di pubblicità, copertine, immagini e volantini.. e io, da brava blogger e lettrice, mi sono incuriosita. Anche perché, diciamocelo, tre libri pubblicati nel corso di tre mesi è una bella novità e a noi lettori non può che fare piacere, una volta tanto non ci toccherà attendere decenni per scoprire come proseguono le avventure dei nostri eroi. E se inizialmente non ero convintissima di voler leggere questa The Summer Trilogy, dopo aver letto diversi pareri positivi la curiosità ha avuto il sopravvento e, complice il bel tempo e l’avvicinarsi dell’estate, ho deciso di fare un tentativo. Mai avrei pensato di dovergli assegnare un giudizio così basso, credetemi! Ho sperato fino all’ultimo di poter arrotondare il voto in modo da dargli 3 stelle, la sufficienza, ma una vota girata l’ultima pagina.. niente da fare, è stata davvero una delusione che non mi aspettavo. The summer i turned pretty è il primo volume della trilogia estiva più chiacchierata dell’anno, e prometteva grandi cose: divertimento, romanticismo, batticuore, un pizzico di malinconia e una scelta che avrebbe cambiato per sempre la vita della protagonista. Ma io questo perfetto mix di elementi non l’ho trovato da nessuna parte. Lo stile della Han è molto semplice, in realtà addirittura troppo, questo porta il lettore a divorare le 300 pagine in pochissimo tempo, ma oltre alla scorrevolezza temo di non aver trovato niente di positivo in questo libro.

Questo romanzo ci porta a Cousins Beach, dove Belly trascorre ogni tutte le estati insieme a sua madre, suo fratello e i ragazzi: Conrad e Jeremiah. Personaggi un po’ sempliciotti, ma neanche così tremendi, tutto sommato.. tranne la protagonista, certo. Belly non fa che parlare di scelte, di cambiamenti e di crescita, tutte cose tipiche della sua età e della voglia di diventare grandi, di essere guardata come una ragazza, e non come “la sorellina di un amico”. Il problema sta nel fatto che Belly è di un’inutilità spaventosa, infantile e capricciosa come poche. È imbarazzante e fastidioso, mi dispiace dirlo ma la verità."Ogni estate precedente, avevo sperato che le cose cambiassero. Che la mia vita cambiasse. Quell’estate, finalmente, tutto cambiò. E cambiai anch’io". Peccato che io questo fatidico cambiamento non lo abbia minimamente percepito, anzi. Belly si comporta come bambina di sei anni fino all’ultima pagina, e io non sono riuscita ad apprezzarla neanche sforzandomi. L’amore e l’affetto che prova verso i fratelli Fisher è descritto in modo tanto infantile e velato che non riesce ad emozionare né a sembrare reale, o almeno questo è l'effetto che ha avuto (o NON avuto?) su di me.
Non mi è invece dispiaciuto il rapporto tra i due fratelli, Conrad e Jeremiah, anche se ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa, quel dettaglio che differenzia un personaggio di carta da uno capace di conquistarti, e questo non solo a loro, ma a tutti i personaggi della storia.
Ma parliamo un po’ di come è strutturato il romanzo, perché questa è stato un altro motivo che non mi ha permesso di immedesimarmi e di apprezzare il libro. La Han ha deciso di suddividere tutta la storia in capitoli brevissimi, alcuni ambientati nel presente, altri invece fungono da flashback, e grazie ad essi Belly racconta fatti successi nelle estati precedenti. L’idea era sensata, ma ho trovato questi continui salti davvero fastidiosi, mi hanno incasinato la lettura e non mi hanno permesso di seguire la storia in modo scorrevole. Piuttosto avrei preferito che il libro fosse diviso in due parti, sarebbe stato più complicato da scrivere, ma avrebbe permesso al lettore di conoscere il passato e il presente di Belly in modo più chiaro, invece che spezzettare tutte le informazioni e spargerle qua e là rallentando inutilmente la lettura.
Peccato anche che i temi trattati, seppur profondi, vengano sviluppati in modo così superficiale e sbrigativo.. non mi hanno emozionata affatto, e capisco che libro è indirizzato ad un pubblico di lettori giovani, ma non ne sono comunque rimasta soddisfatta.
Credo che questa trilogia avesse buone potenzialità, anche se la trama è trita e ritrita. Di romanzi leggeri e freschi c’è sempre bisogno, ma purtroppo le pecche sono tante, in particolare non riesco a togliermi di dosso questa sensazione di.. indifferenza, oserei dire. La storia d’amore di Belly non mi ha lasciato niente, il nulla più totale, e sono dell’idea che un libro inutile sia ancora peggio di un libro brutto. Un libro scritto male, o con una pessima trama, per lo meno suscita nel lettore delle emozioni, seppur negative, ma quando una lettura non fa né sorridere né sbuffare per me significa che qualcosa è andato storto. Secondo me L’estate nei tuoi occhi è la tipica storiella piena di cotte e primi baci che poteva essere pubblicata della famosa collana Le Ragazzine. Probabilmente non l’avrei apprezzata lo stesso, ma almeno meno avrebbe trovato il suo posto sullo scaffale delle librerie, anziché finire nella sezione dedicata agli Young Adult.
Purtroppo neanche il finale è riuscito a farmi cambiare idea, come invece speravo, ma ho deciso di dare alla Han una seconda possibilità leggendo Non è estate senza di te, in cui spero di trovare meno flashback, una Belly che non dimostri sei anni e, in generale, più coinvolgimento. Non so se faccio bene a concedere un’altra chance alla trilogia, ma voglio almeno tentare.
Onestamente, non posso dire che questo romanzo sia brutto, ma non me la sento neanche di consigliarvelo. Lo avrei apprezzato come lettura spensierata da fare sotto l’ombrellone, quando avevo dodici, massimo tredici anni.. ma adesso no, proprio non va. Segnatevelo come possibile regalo per una cugina o una nipote adolescente, ma niente di più.

Non dovrei più esistere. Ma sono ancora qui.

Hybrid  - Kat Zhang
Avete presente quella sensazione di euforia e di curiosità che vi lasciano addosso alcuni romanzi, una volta girata l'ultima pagina? Bene, è così che mi sono sentita dopo aver finito Hybrid, e la voglia di parlarne era talmente tanta che ho dovuto fiondarmi al pc per mettere nero su bianco, anche se in modo caotico e privo di logica, le mie impressioni sulla storia di Addie ed Eva, o meglio, di Eva e Addie. Esatto perché, anche se Eva sarebbe, in teoria, l'anima recessiva, è lei la vera protagonista del libro. Ma facciamo un passo indietro, che è meglio.
Immaginate di trovarvi in un futuro distopico in cui, a causa di un fattore genetico, le persone nascono con due anime. Due personalità che condividono lo stesso corpo fino a quando, prima dei dieci anni, l'anima dominante prende definitivamente il controllo, mentre l'anima più debole, l'anima recessiva, scompare. Capita però che, in alcune persone, questa stabilizzazione non avvenga del tutto. Ibridi, vengono chiamati. Gente ritenuta malata, difettosa, che il Governo reputa instabile e pericolosa e che, di conseguenza, deve essere curata. Nel caso di Addie, essere curata vorrebbe dire uccidere Eva, ma come può rinunciare alla sua anima gemella, alla persona che la completa? Semplice: non può.
I personaggi non sono particolarmente approfonditi, almeno in questo primo volume, ma risultano comunque piacevoli, reali e ben costruiti, Eva e Addie sono delle protagoniste fuori dal comunque che, grazie alla loro particolarità regalano al lettore un punto di vista interessantissimo: Addie ha il controllo del loro corpo, di conseguenza è attraverso i suoi occhi e i suoi sensi che viviamo la parte "fisica" della storia, ma è Eva, rinchiusa nel loro corpo, la vera voce narrante.

Ero stata messa in un angolo e intrappolata nel mio stesso corpo, la mia pelle era diventata una camicia di forza, le mie ossa le sbarre di una prigione.
 
Hybrid per me è stata una lettura davvero sorprendente, ma non vi nascondo che ho faticato ad ingranare. Lo stile di Kat Zhang mi è piaciuto fin da subito, è semplice e lineare, ma non nel modo banale e anonimo che fin troppo spesso caratterizza i romanzi "Young Adult", proprio no. È uno stile pulito, senza fronzoli, che trova forza nelle frasi corte, nelle singole parole, come se l'intento dell'autrice fosse quello di riversare le emozioni di Eva e Addie direttamente addosso al lettore come una secchiata di acqua gelata. E ci riesce alla grande, anzi, ci riesce talmente bene che di tanto in tanto ho sentito il bisogno di interrompere  per qualche momento la lettura.
Per quanto lo stile mi piacesse, però, la prima parte del libro l'ho letta lentamente, con un po' di diffidenza. Apprezzavo la trama - per quanto mi inquieti ancora l'idea di due persone nello stesso corpo -, e ancora di più mi piaceva l'impatto deciso della storia, delle descrizioni dei sentimenti di Eva e Addie, ma non riuscivo a visualizzare il quadro generale, mi sono trovata disorientata dai luoghi e non riuscivo a capire con esattezza che ruolo avesse questo Governo despota che etichetta come malato chiunque sia diverso, chiunque esca dalle righe tracciate dalla società. Con uno stile diretto e particolare, Kat Zhang affronta temi importanti e provocatori, come il razzismo e la diversità, modellandoli attorno ad un futuro immaginario dove la libertà non è permessa, dove essere fuori dagli schemi diventa un pericolo. Di chi ci si può fidare, quando è la legge stessa a superare i paletti dell'etica morale e a sfociare della crudeltà? Arriva un momento dove reagire al sistema è la sola possibilità di salvezza per gli Ibridi, a costo di poter contare solo su se stessi, ma questo Eva e Addie lo scopriranno a loro spese nella seconda parte libro, parte che mi ha letteralmente conquistata. Tutti i miei dubbi sono stati spazzati via e ho iniziato finalmente a vedere chiaramente lo scenario che l'autrice aveva dipinto, ma che fino ad allora non ero riuscita a mettere a fuoco e all'improvviso tutto si è fatto chiaro e non sono più riuscita a staccare gli occhi dalle pagine.
Forse Hybrid - What's Left of Me, titolo originale - non è il romanzo distopico migliore del mondo, ma ha quel qualcosa che lo rende degno di essere letto e che non me lo farà dimenticare tanto presto, poco ma sicuro. E se ancora non siete convinti vi dirò di più: nonostante questo sia il primo volume della trilogia The Hybrid Chronicles, il finale non è del tutto aperto. Restano alcune cose in sospeso e un paio di dettagli non vengono chiariti completamente, ma nel complesso la Zhang ha donato al libro una sorta di finale.. forse è più corretto dire che, nelle ultime pagine, si arriva ad un punto di stallo, un punto piuttosto tranquillo che lascia sì alcune cose in sospeso, ma senza troncare la storia sul più bello, e a mio parere si può decidere di terminare qui la lettura della trilogia.. sempre che ci riusciate! Quindi, se vi ispira ma non volete iniziare l'ennesima serie, il mio consiglio è quello di leggerlo comunque.
E se non vi ispira.. leggetelo lo stesso. Fidatevi.
Immagino di avervi annoiati abbastanza per oggi, meglio concludere prima di iniziare a divagare. Il mio giudizio finale è ottimo, sono rimasta molto soddisfatta del libro, nonostante la prima parte mi abbia coinvolta meno. Un romanzo profondo e scorrevole che mescola il desiderio di libertà, l'accettazione verso se stessi, la voglia di vivere e di lottare per i propri diritti all'azione e all'amore - niente melensaggini, tranquilli. Il lato romantico della storia è appena abbozzato -, ma anche all'affetto verso la famiglia, ai sensi di colpa, al disagio.. potrete trovarci di tutto un po', tra un colpo di scena e l'altro. Promosso a pieni voti!