Rowan - Ombre Angeliche

«Questa è la storia di come un Baggins ebbe un'avventura e si trovò a fare e dire cose del tutto imprevedibili»

Lo Hobbit - Alan Lee, J.R.R. Tolkien, Caterina Ciuferri, Paolo Paron

Recensire un libro tanto conosciuto non è facile, c'è sempre il rischio di cadere nel banale, ed è proprio quello che succederà a me, ne sono sicura. Ma è la prima opera di Tolkien che affronto, e scrivere le mie impressioni è assolutamente d'obbligo. Lo Hobbit viene spesso considerato il prequel de Il Signore degli Anelli e dopo averlo finito posso dirmi d'accordo, a grosso modo. Credo che l'avventura di Bilbo e di questi simpaticissimi nani sia un modo divertente e semplice per iniziare a conoscere il mondo di Tolkien, le sue creature e i suoi personaggi, ma non solo. Questa lunga fiaba, perché di una fiaba si tratta, spalanca le porte anche a dei retroscena, se così vogliamo chiamarli, che si svilupperanno poi nei seguenti libri, quindi non posso che essere felice di aver letto Lo Hobbit come prima opera di questo famoso autore.
Inutile dire che le mie aspettative non sono state deluse, ma anzi, l'ho apprezzato ancor più di quello che immaginavo! È stata una lettura davvero scorrevole e divertente e ne ho amato moltissimo i personaggi. Primo fra tutti Bilbo, che dall'Hobbit qualsiasi che è all'inizio del romanzo si trasforma lentamente in un avventuriero, più o meno coraggioso, ma sempre ironico, intelligente e determinato. Non sono da meno i tredici nani, suoi compagni di viaggio: Fili, Kili, Dori, Nori, Ori, Dwalin, Balin, Bifur, Bofur, Bombur, Oin, Gloin e ovviamente Thorin Scudodiquercia, il capo della compagnia. Buffi, goffi e un po' brontoloni, ma anche grandi guerrieri, nel corso del libro hanno dato vita a tante di quelle scene bizzarre che più di una volta mi sono trovata a ridere da sola mentre leggevo (da sola non proprio, in effetti, ero pur sempre in compagnia di tredici nani e di uno Hobbit, no?).

Questo è un libro che nasce come fiaba, una storia di avventure e di magia indirizzata ai bambini, ed è così che deve essere: divertente, ricca di pericolo, di coraggio e che al tempo stesso insegni qualcosa ai giovani lettori. Questo era lo scopo, e Tolkien lo ha svolto alla perfezione, riuscendo a raccontare la storia in modo appassionante, rendendola ricca e ben descritta, ma al tempo stesso leggera e di facile lettura. Penso che sia un romanzo davvero avvincente, sia per i bambini, che potranno lasciarsi incantare dall'avventura, che per gli adulti, che leggendo tra le righe saranno in grado di cogliere tutte le riflessioni e i pensieri che Tolkien abilmente è stato capace di nascondere in una fiaba.
Davvero splendido, non c'è che dire! Al fianco di Bilbo e dei nani ho affrontato Troll di montagna, draghi e Orchi, e mi sono lasciata conquistare dalla Terra di Mezzo.. è un libro che non dimenticherò tanto presto e che consiglio a chiunque sia curioso di conoscere la Contea, Boscotetro, la Montagna Solitaria e tutta la magia che avvolge questi magici luoghi.

Un anno a Boscodirovo: Storia di primavera-Storia d'estate-Storia d'autunno-Storia d'inverno. Cofanetto - Jill Barklem
Finalmente posso dirlo: Boscodirovo ha conquistato anche me! Da piccola non ho mai avuto occasione di avvicinarmi a questa collana per bambini, ma ho sempre sentito il desiderio di leggerli. Sono cresciuta con Roald Dahl, Bianca Pitzorno, Tony Wolf e tanti altri autori di libri per l'infanzia, ma il mondo di Boscodirovo non è mai entrato a far parte della mia libreria, fino a poche settimane fa.
Ricevuto come splendido regalo per il mio piccolo Cavaliere, questo cofanetto è qualcosa di davvero meraviglioso! Contiene quattro storie, una per ogni stagione, che io ho divorato in un lampo. C'è davvero tanta dolcezza in queste pagine, con Boscodirovo prendono vita luoghi e personaggi talmente teneri che viene quasi impossibile smettere di leggere, ci si affeziona a ogni topolino e ogni luogo descritto, dal Mulino a Villa Melaverde, per passare dal Palazzo della Vecchia Quercia all'Emporio Tronchetti. Ogni pagina è accompagnata da una deliziosa illustrazione che non si limita a riportare la scena descritta a parole, ma anzi, la porta letteralmente in vita! Barattoli di marmellata, cestini di more, allegri compleanni e commoventi matrimoni.. tutto prende forma in quelle immagini ricche di dettagli, che sembrano farci conoscere ancora meglio i piccoli personaggi e le loro splendide casette.
Le trame delle storie sono molto semplici, sono racconti basati sull'amore, sul valore della famiglia e sulla solidarietà che caratterizza tutti gli abitanti di Boscodirovo, trame in cui è facile perdersi e che insegnano molto non solo ai bimbi, ma anche agli adulti.
Boscodirovo non è stato il libro della mia infanzia, ma farò in modo che sia tra quelli da rileggere al mio piccolo Cavaliere, perché è davvero magico e sono dell'idea che almeno una volta vada letto e ammirato.. vi conquisterà!
Il sigillo di Aniox. Il destinato - Chiara De Martin
Dopo aver letteralmente divorato il primo volume della serie (leggi la recensione) non ho potuto evitare di fare i salti di gioia quando l'autrice mi ha proposto di leggere subito il secondo volume della trilogia, pubblicato da Piazza Editore pochi mesi fa.. grazie Chiara!
Devo ammettere che era da diverso tempo che non attendevo un seguito con così tanta ansia, buttarmi a capofitto nelle pagine de Il Destinato è stato emozionante e bellissimo, sentivo il bisogno quasi fisico di sapere cosa ne sarebbe stato di Rut e Jack e del destino di Aniox.. ma un po' di paura c'era perché temevo, in un certo senso, di restare delusa. E invece no, al contrario! Questo secondo libro ha portato una ventata di magia e avventura, confermando le impressioni positive che mi ero già fatta durante la lettura del primo volume.
Nonostante le piccole pecche non manchino, come ad esempio l'abuso di sinonimi e alcuni discorsi che risultano un po' surreali o forzati, il mio voto resta decisamente alto, perché ero talmente coinvolta nelle avventure della principessa Rut che i piccoli difetti non mi hanno in alcun modo disturbata, anzi, con il passare dei capitoli ho finito con il considerarli parte dello stile dell'autrice e, di conseguenza, non hanno influito negativamente sulla lettura. Per quanto riguarda lo stile, infatti, va certamente considerata la giovane età dell'autrice, che ha reso la trilogia del Sigillo di Aniox una lettura fresca e scorrevole, ma al tempo stesso ricca di bellissime descrizioni che hanno quasi il potere di far comparire davanti agli occhi del lettore i paesaggi, il castello e i sontuosi abiti dei personaggi, dando la sensazione di trovarsi davvero all'interno del romanzo e di vivere in prima persona le avventure di Rut.
La differenza tra il primo e il secondo volume però si nota molto, e ne sono rimasta piacevolmente colpita.
Ritorno alle origini si concentrava sul magico e meraviglioso regno che Rut, una volta scoperta la propria identità, doveva imparare a conoscere. Tra i punti fondamentali del libro c'erano i sentimenti teneri e ancora adolescenziali tra lei e Jack, la scoperta di avere una famiglia e la necessità di imparare a comportarsi come una principessa. La Rut del primo libro era in parte ancora una bambina e l'atmosfera generale del libro, nonostante i pericoli non mancassero, era abbastanza serena. Il Destinato invece è un romanzo molto più cupo, i nostri eroi si trovano davanti a morte, caos, distruzione e prigionia. Rut deve maturare e crescere in breve tempo per adattarsi ad una nuova e poco felice situazione, impara a ragionare, ad essere prudente e a contare solo su sé stessa. Il destino la metterà davanti a scelte difficili e le prove da superare saranno innumerevoli, soprattutto quelle interiori. E come Rut, anche gli altri personaggi dovranno crescere e mettere da parte sogni e progetti per unirsi contro il potere del Destinato, che minaccia di spazzare via tutto ciò che hanno di più caro.
Un ottimo volume intermedio, non c'è che dire! I colpi di scena non mancano, la magia e il coraggio rendono questa lettura coinvolgente e scorrevole e il finale lascia aperto uno spiraglio su quello che, ne sono certa, sarà un terzo e ultimo libro ricco di emozioni. Non vedo l'ora di assistere al pareggio dei conti tra i nostri eroi e il Destinato e di scoprire finalmente se Rut darà ascolto al cuore o alla ragione.

Stabilire che certe persone sono diverse, separarle dalle altre, indicarle con il dito, vuol dire cominciare a ucciderle.

Quand'ero soldato - Valérie Zenatti, Paolina Baruchello

Quello che vi recensisco oggi è un libro autobiografico che racconta l'esperienza dell'autrice, ai tempi diciottenne, in partenza per il servizio militare nel suo paese, Israele.
Così come tutte le storie vere, Quand'ero soldato non solo è riuscito ad emozionarmi e a coinvolgermi, ma è anche riuscito ad insegnarmi qualcosa su un paese molto lontano dal mio, sia in termini di distanza che di usanze di cui sapevo davvero poco.
La cosa più bella di questo libro è il modo in cui Valérie racconta la sua storia: più che un libro sulla guerra, come ci si potrebbe aspettare, è il libro di un viaggio, di un percorso di crescita, quello fatto dall'autrice durante i due anni di addestramento, e nelle pagine sono racchiuse non solo le descrizioni delle giornate di lavoro e di allenamento, ma anche quelle emozioni provate da Valérie, che cerca in tutti i modi di tenere separate le due parti di sé, la ragazza e la soldatessa. Dove inizia una e dove finisce l'altra? Jeans, divisa. Libertà, obblighi. Spensieratezza, responsabilità.
Nella vita di Valérie tutte queste cose si mischiano e si alternano, strappandola dalla sua vita di normale diciottenne, fatta di cinema, scuola e amiche, e catapultandola in una realtà in cui portare la divisa la rende invisibile, soldatessa in mezzo ad altre soldatesse. Ma in mezzo a tutto lo smarrimento e alla tristezza, questa ragazza non rinuncia a sognare, ad amare e a ridere.. e soprattutto, non rinuncia a pensare. Ci troviamo infatti davanti ad una giovane donna brillante e intelligente, che non ha paura di mettersi alla prova e di farsi domande, alcune semplici, altre filosofiche e, altre ancora, spiazzanti. A soli diciotto anni Valérie si pone domande sulla guerra e sul suo paese, su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, tenendosi stretta la sua identità e raccontando la sua esperienza nel campo militare in modo pratico e con lucidità. Un'altra cosa che ho trovato bella e utile, per così dire, è che in tutte le sue riflessioni sul conflitto tra israeliani e palestinesi mantiene sempre un tono neutro,lasciando così che sia il lettore a farsi la propria opinione in modo completamente libero, senza alcun tipo di razzismo o influenza.

"Se qualcuno ci si avvicina durante un turno di guardia, dobbiamo chiedere la parola d'ordine. Se non risponde, dobbiamo dirgli con voce sufficientemente forte: «Alt!» poi «Fermi o sparo!». Se la persona continua ad avvicinarsi, dobbiamo sparare alle gambe.
Se avanza ancora, dobbiamo sparare per uccidere.
Sparare per uccidere. Sono parole.
Ma, una accanto all'altra, rimbombano come un'esplosione."


Ci tengo anche a parlare del modo in cui è strutturato il romanzo, perché ne sono rimasta piacevolmente colpita. Innanzitutto ho trovato utilissima la premessa scritta Paolina Baruchello (traduttrice del libro), che in poche pagine racconta la storia di Israele e spiega in modo semplice e chiaro in quale situazione si trovano al giorno d'oggi i paesi citati nel libro. Credo che sia importante affrontare questa lettura con le idee chiare, e la premessa della Baruchello permette di vedere il tutto in modo più completo. Il romanzo in sé è invece diviso in due parti, alcuni capitoli sono scritti sotto forma di diario, altri invece sono narrati, sempre dal punto di vista di Valérie, in modo più generico, così da poter dare al lettore una visione più ampia della storia e dei suoi indimenticabili personaggi. Molto interessante anche l'intervista che si trova a fine libro, fatta a Dalia, una ragazza israeliana di origine italiana che come Valérie si trova ad indossare la divisa e, in poche brevi domande, racconta la sua esperienza nell'esercito.
Quand'ero soldato non vuole essere una critica o una cronaca del servizio militare, ma piuttosto si percepisce il bisogno di una giovane ragazza che sente la necessità di scrivere, di mettere nero su bianco quel poco di personalità che le è concesso avere, per non dimenticare, per non perdere sé stessa.
Un libro che racconta una realtà molto lontana dalla nostra, ma con ragazze che provano le nostre stesse emozioni e paure. Una protagonista ironica, coraggiosa e forte che ha saputo emozionarmi dalla prima all'ultima pagina.. davvero consigliatissimo!

Un romanzo indelebile.. come un morso sul collo!

Vampire Kisses  - Ellen Schreiber, Michele Foschini

Vampire Kisses è un romanzo a tutti gli effetti, ma a primo impatto non è difficile scambiarlo per un manga grazie al formato piccolo e, naturalmente, all'illustrazione in copertina in pieno stile fumetto. In realtà da questa saga sono stati tratti successivamente dei manga, ma non ho ancora avuto modo di leggerli, anche se mi piacerebbe molto comprarli, presto o tardi.
Torniamo al libro, però. Avevo già letto questo primo volume diversi anni  fa in ebook, ma non lo ricordavo bene, quindi non appena sono riuscita a mettere le mani sulla versione cartacea non ho resistito: l'ho divorato in una serata! Raven è diventata una delle mie eroine.. non poteva essere altrimenti. Sedici anni, una passione per gli abiti gothic e il desiderio di diventare un vampiro... poteva forse non piacermi? Mi sono davvero affezionata al suo carattere ironico e pungente, credo che sia una protagonista ben riuscita, così come tutti gli altri personaggi che la affiancano in questa storia dalle tinte dark e misteriose. l'autrice infatti è stata in grado di dare spessore e carattere ad ogni personaggio, dalla timida migliore amica di Raven a Trevor, stella della squadra di calcio del liceo, senza dimenticare i genitori di Raven, ex Hippie e, infine, Alexander, il giovane e misterioso ragazzo che farà battere il cuore a Raven. I discorsi sono divertenti e brillanti, le battute non mancano e la tenerezza nemmeno.
Nonostante questa sia una saga vampiresca indirizzata ai giovani lettori, io credo che chiunque sia appassionato di Urban Fantasy possa apprezzarlo, in quanto Vampire Kisses riserva un buon mix di elementi: la vita al liceo, le feste, le prime cotte, i segreti e, ovviamente, una buona dose di cimiteri, case diroccate e porte scricchiolanti. Come averete capito questo piccolo romanzo mi è piaciuto davvero tanto, l'ho trovata una lettura brillante e fresca, che unisce il paranormale alla vita di tutti i giorni e affronta un tema che tra i giovani è sempre molto diffuso: la diversità. La diversità di Raven, che sogna bare e pipistrelli e ama il pizzo e gli anfibi, costretta a frequentare una scuola piena di ragazzi per bene. Ma, sopratutto, la diversità della nuova famiglia che si trasferisce nel Maniero. Derisi, insultati, temuti, additati.. Alexander non avrà la vita facile in una cittadina come Dullsville, subito pronta ad imbracciare torce e forconi e a credere ai pettegolezzi.

Una storia che cattura e appassiona fin dalla prima pagina, per arrivare al finale che, credetemi, vi lascerà a bocca aperta! Bello, bello, bello! È una lettura che mi ha fatto sorridere e commuovere, ve la consiglio davvero molto, mi sono divertita un sacco insieme a Raven e non vedo l'ora di leggere il secondo volume per scoprire come prosegue la misteriosa storia famiglia Sterling.

Tratto dal pluripremiato anime prodotti da Madhouse e diretto da Mamoru Hosoda.

SUMMER WARS  1 - SADAMOTO YOSHIY
Recensione serie completa (SENZA SPOILER!)
 
Probabilmente qualcuno di voi conosce già la storia di Summer Wars grazie all'anime, io invece non ne avevo mai sentito parlare fino a poche settimane fa. Durante un giro in fumetteria io e il mio Principe siamo stati attirati da questo bel pacchettino con la serie completa, composta da appena tre volumi e abbiamo deciso di prenderlo anche perché l'anime è stato diretto da Mamoru Hosoda, regista de La ragazza che saltava nel tempo, che ci è piaciuto davvero tanto. I disegni di questo manga sono davvero molto belli, semplici e armoniosi per quanto riguarda le persone e i paesaggi, più dettagliate invece sono le scene ambientate nel mondo di Oz, senza però dare quella sensazione caotica che a me proprio non piace (in generale).
La trama di fondo è decisamente interessante e neanche tanto semplice, purtroppo però è stata sviluppata male secondo me: il primo volume ingrana troppo, troppo velocemente. Neanche il tempo di inquadrare i personaggi e si è già nel pieno della storia, senza particolari spiegazioni.. vengono date un sacco di informazioni senza però dare il tempo al lettore di assimilarle per bene, ecco, immagino che il manga sia stato prodotto quasi esclusivamente per chi ha già visto l'anime e, quindi, conosce già i dettagli della storia. La situazione migliora molto nel secondo volume, senza dubbio il mio preferito, dove tutto si svolge velocemente coinvolgendo il lettore, senza però lasciare buchi o creare caos.. peccato che, arrivati al terzo ed ultimo volume, la situazioni crolli di nuovo. Il finale avrebbe necessitato di un bel po' di pagine in più, messo così sembra quasi "troncato", cosa che odio davvero tanto. Quando leggo, che sia un libro o un manga, adoro i finali dettagliati, mi piace sapere con precisione cosa ne è stato dei personaggi e, in un certo senso, mi sento più serena se l'autore mi da le informazioni necessarie ad immaginare anche il "dopo". È una cosa che mi fa voltare l'ultima pagina con una bellissima sensazione di completezza. In Summer Wars questa cosa manca del tutto.. un attimo primo sei lì con il fiato sospeso, nel cuore della battaglia, e l'attimo dopo puff, fine. E grazie tante.
Tutto sommato, però, questi tre volumi regalano una lettura piacevole e molto estiva, i personaggi sono carini e il valore famigliare che contorna il mondo di Oz mi è piaciuto, quindi non me la sento di bocciare la serie.. in fondo mi sono divertita e sono contenta di averla letta, anche se non troverà un posto speciale nel mio cuore.

Il lato B della trilogia più hot dell'anno

Cinquanta sbavature di Gigio - Rossella Calabrò

Questo libricino è entrato a far parte della mia libreria così, quasi per caso, tramite uno scambio. Non ho letto le famose Cinquanta sfumature della James o meglio, ne ho letti i primi capitoli per poi accantonarla senza rimorso e non avevo mai pensato di leggere le Cinquanta sbavature, ma il destino (o il postino?) ha voluto che mi trovassi tra le mani queste divertentissime 105 pagine. Neanche il tempo di tirarlo fuori dalla busta e l'avevo già finito.
Chiariamo subito una cosa: questa parodia non vuole essere offensiva, né tanto meno devono sentirsi offese le romantiche lettrici che hanno apprezzato le performance erotiche di Anastasia e Mr Grey. Più che prendere in giro, l'autrice usa il perfetto Christan Grey come metro di paragone tra i sexy protagonisti dei romanzi e il.. be', il Gigio. Il Gigio altro non è che un comunissimo marito/fidanzato/partner/panettiere/farmacista/quellochevoletevoi.
Niente passo felpato, nessun addominale scolpito e, ovviamente, niente chioma leonina scompigliata e perfetta 24 ore su 24 senza l'aiuto di gel. Anzi, il Gigio comune il gel magari lo usa anche (se i capelli ce li ha ancora), ma diciamo che l'effetto capelli-appiccicosi-da-Ken non è esattamente quello che una Gina si aspetta.
Attraverso brevi capitoletti, la Calabrò rivisita le Cinquanta sfumature adattandole alla normalissima vita di coppia del Gigio e della Gina, che a volte si amano, altre si odiano e ancor più spesso vorrebbero prendersi a sprangate sulle gengive. Però sotto sotto si amano, eh.
Onestamente non mi aspettavo niente da queste Cinquanta sbavature (ma lo sapete che il Gigio, di solito, sbava nei momenti meno opportuni?), però ne sono rimasta piacevolmente sorpresa, non solo perché mi sono fatta un sacco di risate e mi sono immedesimata non poco nei pensieri della Gina, ma perché credo che questo sia un modo simpatico per riportare con i piedi per terra le Gine di tutto il mondo che, circondate da bellocci e sexy miliardari letterari, hanno perso un po' il lume della ragione. E pensiamo anche al Gigio, poverino, che si vede costantemente messo a confronto con personaggi talmente fighi che, mi viene quasi da pensare, dovrebbero passare le giornate ad ammirarsi allo specchio da tanto sono belli e muscolosi.
Insomma, poche e ironiche pagine per ricordarci che i Mr Grey devono esistere per regalarci emozioni e batticuori, ma anche per farci aprire gli occhi sui nostri esemplari di Gigio che ci stanno accanto nella vita reale, che ci amano anche quando ciabattiamo per casa in pigiama e occhiaie manco fosse l'outfit più trendy del momento, e ci odiano (sempre in modo amorevole) quando li obblighiamo ad accompagnarci a fare shopping perché non possiamo vivere un solo istante di più senza un nuovo paio di stivaletti. E mica dei semplici stivaletti, noi cerchiamo quelli con la punta allungata ma non troppo, con un accenno di tacco ma non troppo, di un colore che si abbini a tutto e che siano eleganti/comodi/sexy e casual al tempo stesso, che se no ci fanno il piede da papera. Tempo stimato per trovare i suddetti stivaletti: 8 ore e 27 minuti. E il Gigio pazientemente ci accompagna, anche se disconnette il cervello quasi subito.
Gine di tutto il mondo, continuate a leggere! Innamoratevi dei Mr Grey perché fa bene, ma una volta chiuso il libro ricordatevi che la cosa più bella dell'amore sono le piccole cose, le imperfezioni. Questo libro è un'ottima secchiata di gelida realtà per spegnere i bollori dopo la lettura delle focose Cinquanta sfumature,  lettura che consiglio di fare insieme al proprio Gigio, perché ridere insieme è la cosa più erotica che c'è!

L'amore ha molte forme.. e alcune sono aliene!

Onyx  - Jennifer L. Armentrout, Sara Reggiani

Io sono quel tipo di lettrice che, per quanto un romanzo possa farmi ribrezzo, tendo a dare sempre una seconda possibilità.. tranne in rari casi, ovvio. Ecco perché, dopo essere rimasta delusa da Obsidian, ho deciso di leggere comunque il prequel, Shadows che, se ben ricordate, mi aveva lasciato con l'amaro in bocca e le mani che prudevano per la voglia di tirare fuori Dawson e Bethany dalle pagine e dare due schiaffoni ad ognuno. E a questo punto vi starete chiedendo: perché dare alla Armentrout una terza possibilità? Perché ci tenevo troppo, ecco.
Aspettavo da tanto che la serie Lux venisse tradotta e quando la Giunti ha deciso di far sbarcare in libreria le avventure di questa famiglia di alieni ero al settimo cielo.. non riuscivo a rassegnarmi all'idea di aver tanto atteso una saga così brutta. Ma per fortuna ho voluto fare uno sforzo, perché Onyx, con la sua bellissima cover, si è aggiudicato 4 stelle strappandomi sorrisi, risate, sospiri ed esclamazioni che per il mio e il vostro bene eviterò di ripetere qui.
Se nei precedenti volumi la voglia di picchiare a sangue i personaggi (dal primo all'ultimo, per di più) era quasi irrefrenabile, in questo nuovo capitolo ho cambiato totalmente idea: i personaggi maturano e cambiano, crescono insieme e, finalmente, sbocciano. Nessuno di loro cambia in modo radicale, questo no. Katy mantiene il suo carattere frizzante e ironico, e finalmente apre gli occhi e prende coscienza di quello che sta accadendo nella sua vita. Matura, pensa, si fa domande e agisce. Questa era la ragazza che volevo trovare in Obsidian, ma forse è stata una scelta dell'autrice quella di farla maturare con il tempo, non lo so, fatto sta che finalmente sono riuscita ad immedesimarmi nei suoi pensieri e nelle sue decisioni, anche se qualche volta una scrollata avrei voluto dargliela lo stesso. Daemon forse è il personaggio che subisce più cambiamenti, passando dal ragazzo maleducato e arrogante che tanto avevo odiato, a quello protettivo e tenebroso che invece ho adorato in questo volume. E vi assicuro che dopo aver detestato sia lui che Katy per ben due libri, questa cosa mi ha lasciata a bocca aperta.
Un'altra cosa che ho apprezzato di Onyx è che la storia si concentra in particolare su Katy e Daemon, sul loro rapporto, e su un nuovo personaggio, lasciando Dee, Ash, Adam, Andrew e le due amichette di Katy (amichette inutili e piatte come poche, oserei dire) a fare da contorno alla storia. Di solito non amo che i personaggi vengano messi da parte in questo modo, ma così facendo l'autrice ha potuto dare spazio ai veri protagonisti ed è riuscita a dedicare loro il giusto spazio, facendomi innamorare di questa divertente e frizzante coppia. Merito soprattutto dei dialoghi e delle frecciatine che i due si lanciano in continuazione, mi sono divertita da morire!

«Corri sempre per casa cantando a squarciagola?» mi domandò serio.
Feci per dargli un calcio ma lui mi afferrò il piede.
«Ora puoi andare, se devi.»
«Questi calzini mi fanno impazzire.»
«Ridammi il mio piede» ordinai.
«Non è tanto per via delle renne o perché ti arrivano alle ginocchia. Mi fa impazzire che sembrino dei guanti, ma per i piedi.»


Ma no, non vi preoccupate! Anche se ammetto di aver perso la testa per questi due, il tempo per valutare la trama e lo stile l'ho avuto, tra un sospiro e l'altro, e sono felice di dirvi che.. non ho critiche da fare! Lo stile della Armentrout continua ad essere fresco, scorrevole e scoppiettante, e la trama si fa sempre più intricata tra colpi di scena, tradimenti, scoperte e pericoli. Questo volume porta grandi novità e tante spiegazioni, molte cose iniziano ad essere chiarite e ci addentriamo sempre di più tra i misteri dei Luxen e del Dipartimento della Difesa.. sospance, divertimento e tenerezza, un mix di elementi che mi ha tenuta incollata alle pagine e che mi ha fatto ringraziare il cielo di aver concesso un'altra chance alla saga che è già diventata un cult tra le giovani lettrici americane e che sta facendo strage di cuori anche qui!
Avrei voluto poter scrivere una recensione altrettanto positiva per il primo volume della serie, ma va bene così.. sono felice di essermi ricreduta! Quindi, se ancora non avete questi libri sul comodino, il mio consiglio è uno solo: correte a comprarli! Katy e Daemon vi trascineranno in un mondo popolato da alieni talmente irresistibili  che morirete dalla voglia di stringere il terzo volume tra le mani!

Le fate a metà e il sigillo di Brina - Benedetta Parodi

Questa recensione mi preoccupava, avevo paura di non trovare abbastanza parole per parlarvi di questo libro. Non perché non mi sia piaciuto, anzi, ma perché il mio parere resta praticamente invariato da quello del primo volume della serie (che vi ho recensito qui), ma adesso basta, passiamo finalmente a vedere cosa mi ha lasciato questa meravigliosa lettura!
Dopo aver scoperto di essere le eredi di Arla, la Fata della Nebbia, Viola e Bianca si trovano faccia a faccia con il terribile serpente nero per la seconda volta e io, che ormai sono affezionata alle due gemelle, non ho potuto evitare di correre in libreria a comprare questo nuovo capitolo delle avventure dedicate alle Fate a Metà e al loro magico mondo.
Così come nel primo volume della serie, anche ne Il sigillo di Brina ho trovato tanto divertimento, amicizia e dolci ricette da sperimentare (mai provata la zuppa di zucca peperina?), oltre a questo e al solito stile fiabesco e coinvolgente della Parodi, però, c'è stata una bellissima sorpresa: ho fatto la conoscenza di Zefiro, il vento! Sarà che ho un debole per i personaggi secondari, soprattutto se impulsivi e un po' spericolati, ma Zefiro mi ha letteralmente conquistata, ha dato un tocco un più alla serie, facendomela apprezzare più di quanto avessi sperato.

Chiudere il libro mi è stato davvero difficile, è uno di quei casi dove un capitolo tira l'altro, e finisci per leggere tutto il volume in pochissimo tempo.
Come avevo già detto sul primo libro, anche in questo gli insegnamenti non mancano. Si affrontano in modo delicato temi come l'inquinamento, la natura, il coraggio e la paura, il tutto avvolto da semplicità e avventura, un modo infallibile per far imparare qualcosa anche ai lettori più giovani che magari faticano ad apprezzare romanzi più complessi. Trovo che questa serie sia infatti una lettura incredibilmente completa. È ottima per passare un allegro pomeriggio o per essere letta ai propri bimbi come fiaba della buonanotte, racconta di magia, di famiglia e di come il male nel mondo possa essere sconfitto attraverso le piccole cose, senza che tuttavia sparisca mai davvero,  e tutto questo senza togliere avventure e risate. Insieme a Bianca e Viola si possono visitare luoghi incantati come l'isola di Antea, il monte Ararat e il castello di Nivea, posti che resteranno nel cuore di grandi e piccoli. E, tornando ai lettori più giovani, credo che l'idea di inserire nel libro le ricette magiche possa coinvolgere ancor di più i bambini, che con l'aiuto di mamma e papà potranno preparare gli stessi piatti che le piccole Fate Metà utilizzano nella storia. In questo volume, ad esempio, potete trovare la ricetta della zuppa di zucca peperina, che rincuora chi ha visto la morte in faccia, le polpette di Minia (da preparare rigorosamente con otto mollettine appuntate nei capelli), la zuppa al pomodoro per infondere energia e coraggio e, infine, il gelato alla vaniglia (meglio se preparato in compagnia di una Fata delle Nevi).
Illustrata dalla bravissima Silvia Provantini, la serie dedicata alle Fate a Metà finisce dritta dritta sul mio scaffale, accanto a Fairy Oak e allePrincipesse del Regno della Fantasia. Non fatevi ingannare, questi libri contengono molto più di quanto possiate immaginare!

«Non possiamo ancorarci al passato e volgere le spalle al presente e al futuro. La vita va avanti.»

Il Sigillo di Aniox - Ritorno alle origini - Chiara De Martin
4 stelle più che meritate a questo incantevole romanzo.
Dite un po', ve lo aspettavate? No? Nemmeno io.
Ero certa che il primo volume della trilogia Fantasy intitolata Il Sigillo di Aniox mi sarebbe piaciuto perché, fin dall'inizio, la trama e la copertina mi avevano incuriosita e ne ero rimasta affascinata, sentivo di doverlo leggere. Avete presente quando un libro vi chiama a gran voce dallo scaffale e non potete far altro che comprarlo e divorarlo? È esattamente quello che è successo a me, con la sola differenza che la copia mi è stata gentilmente inviata dall'autrice, con tanto di dedica.. che felicità!
Dovete sapere che quando si tratta di recensire i libri che mi sono piaciuti molto vado nel panico, ho sempre il terrore di non riuscire ad esprimere per iscritto i miei pensieri e di non rendere giustizia al romanzo.. Ritorno alle origini non fa eccezione, anzi, ne ho addirittura scritte due recensioni completamente diverse, e nessuna delle due mi sembrava adatta, ma alla fine ho dovuto farmi coraggio e oggi, finalmente, sono pronta a lasciarvi il mio parere.
Dopo averlo tanto atteso, dopo averlo divorato e amato, posso dire senza dubbio alcuno che Chiara De Martin è un'ottima autrice e che questo suo primo libro ha trovato un posto speciale nel mio cuore. Mi sono affezionata moltissimo ai personaggi, in particolare ho adorato Jack e Agata, li ho sentiti vivi, veri e vicini. Mi sono affezionata a loro e alle loro storie, ho sperato, sorriso e sospirato al loro fianco, mi sono sentita coinvolta nelle loro vicende e, semplicemente, mi sono emozionata. Chiara De Martin ha saputo caratterizzarli davvero molto bene, nel corso di questo primo volume tutti i personaggi maturano, crescono e hanno alle spalle un passato solido, e questa è una cosa che adoro. Mi piace assistere allo sviluppo e alla crescita dei protagonisti, trovo che li renda reali agli occhi del lettore.Purtroppo la protagonista, Rut, non è riuscita a far breccia nel mio cuore, ma di questo non mi sorprendo e non ne faccio una colpa all'autrice, temo che sia uno dei miei difetti da lettrice: fatico a prendere in simpatia il protagonista e tendo ad affezionarmi ai personaggi secondari, tranne in rare eccezioni. Ma, anche se se la scintilla non è scoccata, ritengo che Rut sia un'ottima protagonista, fragile e coraggiosa al tempo stesso, un po' ingenua ma pronta ad imparare dai suoi errori, e spero di riuscire ad apprezzarla di più nel secondo e nel terzo volume.
Nonostante sia un romanzo Fantasy con uno stampo piuttosto classico, l'autrice ha saputo dare un tocco di originalità alla sua opera, creando un mix perfetto di sentimenti, avventura, insegnamenti e valori famigliari che è impossibile non apprezzare.
Un altro punto a favore dell'autrice è sicuramente lo stile: ricco e dettagliato, con descrizioni minuziose e curate, ma mai noioso o pesante.Ritorno alle origini ha un buon numero di pagine, ma si legge con scorrevolezza e velocità, anche quando non avevo il tempo di leggere la mia mente vagava in continuazione verso la storia, facendomi attendere con impazienza il momento in cui avrei potuto riprendere la lettura.
Certo, bisogna ricordare che questa è la prima opera di una giovanissima autrice esordiente, e di conseguenza qualche lacuna c'è, come è normale che sia. Ciò che ho notato, in particolare, è l'uso non sempre azzeccato e un po' eccessivo dei sinonimi. Qualche volta, ad esempio, la protagonista dai capelli blu viene chiamata Rut, Principessa, la reale, la ragazza, la fanciulla e la pulzella, il tutto nel giro di poche righe, quasi l'autrice temesse di sembrare ripetitiva scrivendo per più di una volta il nome di Rut, quando invece l'avrei preferito di gran lunga rispetto a tutta la sfilza di sinonimi.
Eppure nemmeno le piccole pecche sono riuscite a farmi amare meno questo romanzo, e di questo sono felicissima! Come lettrice ciò che cerco non sono libri perfetti, perché sono i libri che nonostante tutto mi emozionano, a restarmi impressi, e non c'è cosa più bella di questa. Quando una storia mi parla al cuore, anziché alla testa, so di aver trovato il libro giusto per me, e questo primo volume della trilogia dedicata alle terre di Aniox il cuore me lo ha proprio rubato.
Tra castelli, draghi, principesse, magia e guerre, Ritorno alle origini mi ha tenuta con il fiato sospeso e con la voglia di scoprire al più presto come proseguono le avventure della giovane Rut e dei suoi coraggiosi amici.
L'ombra del mondo: la profezia dimenticata - Vittoria Sacco

Ho iniziato questa recensione in decine di modi diversi, ho scritto e cancellato frasi su frasi, incapace di mettere nero su bianco i miei pensieri riguardo a questo libro, gentilmente inviatomi dall'autrice, ma da qualche parte devo iniziare, quindi cercherò di tirare insieme insieme le idee nella speranza di riuscire a scrivere una recensione non troppo confusa.
Ho deciso di leggere questo primo volume della trilogia così, all'improvviso. Avevo già visto la copertina girovagando su qualche blog letterario, ma non trovandola particolarmente bella (al contrario della cover del secondo volume, che mi piace molto) non mi ero mai soffermata più di tanto sulla storia, cosa che invece ho avuto modo di fare dopo aver scambiato qualche e-mail con la simpatica autrice italiana.
La Profezia Dimenticata è un romanzo particolare e coinvolgente, che ho letto tutto d'un fiato in pochissimi giorni. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi, e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa, anche se non del tutto soddisfatta.
La prima cosa che salta all'occhio è sicuramente la padronanza linguistica e grammaticale dell'autrice, che sfoggia un lessico molto ricco e dettagliato, forse addirittura troppo per chi, come me, affronta questa lettura "impreparato". Non che mi aspettassi una storiella Fantasy per ragazzini, naturalmente, ma non pensavo nemmeno di trovarmi davanti ad una storia tanto complessa, soprattutto nelle parti dedicate alla politica del regno e alle spedizioni militari, che qualche volta mi hanno un po' confusa e hanno rallentato la lettura, pur senza rovinarla. Come ormai avrete capito, questo non è un romanzo Fantasy di quelli classici, e in un certo senso è un bene, l'autrice ci propone una lettura curiosa e interessante adatta a chi cerca una storia coinvolgente e al tempo stesso complessa.
Come ho già detto, però, il romanzo non mi ha soddisfatta del tutto a causa, udite udite, della troppa perfezione. No, non avete capito male, è esattamente quello che è successo. Strano vero?  L'autrice, bravissima nello schematizzare tutto, dalla trama ai personaggi alla struttura dei capitoli, ha dato vita ad una storia talmente pensata da non riuscire ad emozionarmi. Non amo trovare refusi e incongruenze quando leggo, questo è ovvio, ma anche un romanzo troppo perfetto può qualche volta infastidirmi. Ho avuto l'impressione che i personaggi recitassero una parte, anziché vivere la loro avventura, come se l'autrice non avesse lasciato loro la possibilità di uscire dagli schemi per paura di rendere la storia meno precisa, peccato che questo abbia avuto su di me l'effetto contrario, ovvero quello di farmi sentire trama e personaggi poco veri e vivi, ed è un peccato, perché alcuni erano davvero interessanti e ben caratterizzati.
Non  me la sento di dire che questo ha rovinato la lettura, perché non è così, ma pensavo fosse importante cercare di spiegarvi il perché del mio voto, ovvero le ormai famose e super usate 3 stelle.

Credo che La Profezia Dimenticata sia un libro avvincente, ma richiede un certo tipo di lettore, qualcuno che ami le battaglie, la magia e i termini ricercati, e che non abbia paura di buttarsi a capofitto in un'avventura impegnativa. Insomma, non è certamente una lettura leggera, anche se si fa leggere in modo piuttosto scorrevole.
Per concludere, posso dire che si tratta di un buonissimo romanzo d'esordio che l'autrice utilizza quasi come metafora del nostro mondo, diviso tra Bene e Male, un mondo in cerca di equilibrio e di giustizia, dove nessuno è solo buono o cattivo: un mondo parallelo dove raccontare, a modo suo, i problemi che affliggono la società e il popolo, nella realtà così come nel suo romanzo. Il mio consiglio per Vittoria: lascia che i personaggi sbaglino e crescano con te, nessuno meglio di loro può tirare le redini della storia!

La straordinaria invenzione di Hugo Cabret - Brian Selznick

Diversi anni fa, spinta dalla curiosità e dalla fama di questo libro, avevo deciso di inserirlo nella mia lista dei desideri, dove però è rimasto per tantissimo tempo perché, come al solito, i titoli da comprare sono talmente numerosi che ogni volta qualcosa sembrava avere la precedenza su Hugo Cabret. Poi, a dicembre, l'ho trovato sotto l'albero di Natale, ed è passato pochissimo tempo prima che mi decidessi a leggerlo.
Ammetto che inizialmente ero un tantino titubante, perché il film non mi era piaciuto, ma il libro, bé, è stata una bellissima sorpresa! Non è tanto la trama ad avermi conquistata, anzi, diciamo che come tipo di storia non è esattamente il mio genere (anni trenta, macchinari, ingranaggi, illusionisti.. non sono argomenti che mi interessano più di tanto), ma questo originalissimo tipo di lettura mi è davvero piaciuto. Come si legge in copertina, in questo libro sono le parole che illustrano le immagini, una cosa davvero innovativa insomma. I disegni di Selznick raccontano la storia di Hugo e Isabelle e del misterioso automa che il padre ha lasciato al ragazzo prima di morire, e lo fanno in modo chiaro e coinvolgente, con tavole scure ma molto belle. I disegni infatti, per quanto semplici, descrivono alla perfezione sia le scene che le emozioni dei personaggi, parole e immagini si incontrano a metà strada per dare vita ad un nuovo tipo di avventura, un'avventura che si legge, si sente e si guarda. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, il fatto che i disegni abbiano un ruolo più importante della parte scritta non crea problemi o mancanze come mi aspettavo, anzi, in un certo senso mi sono sentita più coinvolta proprio perché le illustrazioni mi hanno permesso di vivere e condividere fino in fondo gli avvenimenti tristi che caratterizzano la vita di Hugo Cabret. Non so come sia possibile, ma ho sentito i personaggi molto reali e ben fatti, nonostante a parole siano descritti poco.. tutto ciò che serve sapere su di loro e sulle loro emozioni lo si può capire attraverso le immagini. Far trasparire così tante sensazioni da un disegno non è facile, credo.. Selznick ha un grande talento secondo me. Sì, ne sono rimasta proprio soddisfatta! Nel leggerlo il lettore si trasforma nello spettatore di un film in bianco e nero, un'esperienza davvero bella e che consiglio a tutti, almeno una volta. Una storia adatta ai piccoli, che sicuramente si divertiranno a seguire le avventure di Hugo attraverso le illustrazioni, ma anche ai più grandi, che potranno cogliere in questa storia degli insegnamenti molto belli.
Dopo aver finito Hugo Cabret ho deciso che appena possibile comprerò anche La stanza delle meraviglie, dello stesso autore, perché non vedo l'ora di buttarmi a capofitto in un'altra magica storia fatta di parole, vita e disegni.

"Mi chiedo quale sia il tradimento peggiore: mentire o dire la verità?"

Zio vampiro - Cynthia D. Grant

Ci sono libri che arrivano nella tua vita così, all'improvviso, e che senza chiederti il permesso ti rubano un pezzetto di cuore. Zio Vampiro è uno di questi libri, che ho da poco finito e amato.
Trovato in una libreria dell'usato per pochi spiccioli, sostava sul mio comodino da anni. La trama mi incuriosiva, il titolo decisamente meno, la copertina sì, ma solo quella della Salani. Questo libro, infatti, era già stato pubblicato nel 1995 dalla Mondadori e grazie ad esso l'autrice ha ricevuto premi e importanti riconoscimenti di pubblico e critica.
Parlarne non è semplice, perché la storia di Carolyn è caotica, spiazzante, non lascia scampo.. e al tempo stesso scorre leggera e fluida, un mix di elementi che mi ha tenuta incollata alle pagine fino all'ultima parola.
Una è la cosa importante: non lasciatevi influenzare dal titolo, perché di vampiri in questa storia non ne troverete. Carolyn è una protagonista forte, sfacciata e coraggiosa, ma alcune situazioni non si possono affrontare da soli e così Carolyn si nasconde nella sua testa, l'unico luogo dove nessuno, nemmeno il suo Zio Vampiro, può trovarla e farle del male. Una testa piena di pensieri e di segreti, che però non può svelare a nessuno.

"Mi chiedo quale sia il tradimento peggiore:
mentire o dire la verità?"


Anche quando Carolyn si fa coraggio, quando cerca di dare voce a quella paura che la attanaglia e la tiene prigioniera, ci pensa la sorella Gioia a fermarla, a farla tacere. "La gente potrebbe parlare, la nostra famiglia si vergognerebbe. Mamma non uscirebbe più di casa, papà ci odierebbe. È questo che vuoi?" parole dure, che frenano Carolyn e le fanno tenere la bocca chiusa, nella vana speranza di tenere unita quella famiglia che già da anni è in pezzi e che pur di non guardare in faccia i problemi è disposta a disfarsi lentamente.
Le pagine sono poche, questo è vero, ma questo libricino è un concentrato di emozioni e riflessioni, tocca argomenti tanto delicati quanto paurosi e difficili, ma mantenendo sempre un ritmo narrativo incalzante e facendoci seguire i pensieri sconvolti della protagonista, persa in una dimensione tra sogno e realtà, l'unica dove si sente al sicuro, per quanto al sicuro possa sentirsi con un Vampiro che tutte le notti la cerca e la avvolge nelle sue ali nere.

"Però, se la mente è malata, presto si ammalerà anche il corpo perché non puoi avere l'uno senza l'altra. Per quanto tu faccia, non puoi sfuggire a te stesso. Dovunque tu vada, là ti troverai."
 
Lo avete capito insomma: Zio Vampiro non è quello che sembra. Se, come me, non lo avevate mai preso in considerazione per via del titolo o della copertina, o se proprio non lo conoscevate, adesso avete un buon motivo per cercarlo: vi lascerà impietriti dalla prima all'ultima pagina, per arrivare allo scioccante e indimenticabile finale. Più di così non posso dire, dovrete scoprire il resto da soli, saltando nel buio insieme a Carolyn.
SPOILER ALERT!
I diari delle streghe: Il potere - L.J. Smith

Senz'altro carino, ma non mi ha convinto il finale, sul lato amoroso. Se devo essere sincera l'amore tra Cassie e Adam non mi è mai sembrato particolarmente forte e reale, come invece avrebbe dovuto essere, invece Diana era così innamorata.. e cosa dire di Nick? Ora che, grazie a Cassie, si stava aprendo, lei e Adam si mettono insieme. Sembra quasi che volessero fare un dispetto a tutti. Però in fondo è giusto che sia finito così.

Se Giulietta e Romeo fossero stati vampiri a quest'ora si starebbero rivoltando nella tomba. O nella bara..

Evernight   - Claudia Gray, Luca Fusari

Sì, no, forse. Che dico, che dico? Dico che non convince. 
Che io sia troppo fissata con le cover lo ammetto, ma questa è una vergogna, suvvia.
Che non sia una brutta copertina è più che ovvio, ma quando la cover ritrae un viso o un'intera persona, e poi scopri che codesta persona nel libro proprio non esiste, allora non posso fare a meno di incavolarmi. Bianca ha i capelli rossi, qualcuno mi sta forse dicendo che non si poteva fare una bella copertina con una rossa? No, ovviamente.

Okay, passiamo oltre.. "E se Giulietta e Romeo fossero stati vampiri?" sarebbero molto indignati.
La storia di per sé non è male, e Balthazar mi è piaciuto come personaggio, ma per il resto non appassiona, non coinvolge più di tanto. L'amore tra Bianca e Lucas ha un che di falso. 
Lo consiglio? Lo sconsiglio? Mhm, non lo so nemmeno io.

Stargazer - Claudia Gray

Questo volume mi è piaciuto più di Evernight. Continuo ad amare Balthazar, mentre Lucas non c'è verso di farmelo apprezzare, purtroppo. La fine ti tiene molto in sospeso, con la voglia di avere già in mano il terzo volume.