«Si smette di aver paura del Diavolo quando lo si tiene per mano.»

Quando il diavolo mi ha preso per mano - April G. Tucholke

Era da parecchio tempo che un libro non mi lasciava questa sensazione addosso, un misto di delusione e scetticismo che non riesco a scrollarmi via, neanche diversi giorni dopo averlo terminato. Non avevo grandissime aspettative su questo romanzo, anzi, inizialmente non ero neanche sicura di volerlo leggere, ma.. come si fa a resistere a quella promessa di mistero, amore e orrore che trapela dalla trama e dalla cover? Non si può. Ecco perché alla fine ho ceduto e mi sono lasciata ammaliare dalla veste grafica del romanzo che, nonostante il font tremendo dell'edizione italiana, attira i lettori come una calamita. Non so esattamente cosa mi aspettassi da queste 264 pagine, forse immaginavo di trovarci un'avventura condita di amore, brividi, ombre e Diavoli. E per certi versi questi elementi sono presenti nel libro, ci sono ma non ci sono. Cosa, dite che non ha senso? Già.
Lo avevo detto che non ero convinta.

Anch'io avevo fatto dei giochi notturni, da piccola, quando veniva a trovarmi mia cugina. Giocavamo a Brucia la Strega tra gli alberi dietro a Candalù e il mio cuore batteva forte finché non trovavo un nascondiglio. Poi c'era l'interminabile attesa nel terrore, finché qualcuno non mi vedeva e le grida "Strega!" e "Bruciamola!" risuonavano nell'aria fresca della sera..

Quando il Diavolo mi ha preso per mano, primo volume della duologia Between, si è rivelato senza dubbio un libro particolare, per certi versi anche originale, che segue un po' le orme di Anna vestita di sangue e punta ad essere una lettura dark, poetica, da brividi.
Ma non ce la fa. Arranca, inciampa e non conquista.
In primis perché la maggior parte degli eventi che tengono in piedi la trama sembrano lasciati al caso, scene tagliuzzate e ricomposte male, a casaccio, come un puzzle assemblato da un cieco. La storia funziona comunque, bene o male, perché il libro è strutturato il capitoli molto brevi, alcuni composti quasi esclusivamente da scene a sé, scene interessanti e piacevoli, ma che unite a formare un romanzo risultano poco convincenti. E la cosa peggiore è che Between the Devil and the Deep Blue Sea - titolo originale - aveva tutte le carte in regola per essere davvero un ottima lettura, una ventata d'aria fresca, qualcosa di sorprendente e intrigante.. era così facile, accidenti.. ci sono rimasta quasi male, una tale occasione sprecata.. peccato.
Peccato perché la prosa dell'autrice è davvero interessante, riesce ad essere scorrevole, particolare ed evocativa al tempo stesso, l'esempio più lampante è senza dubbio quello di Candalù, la villa sulla scogliera, trascurata, antica e misteriosa come solo le vecchie case sanno essere. Al suo interno si svolge quasi tutta la storia, e l'autrice ha una particolare abilità nel far prendere vita a questo luogo affascinante, per tutta la durata della lettura mi è sembrato di essere lì, all'interno delle pagine. Ho sorseggiato caffè dalle tazzine sbeccate, ho camminato sulle assi scricchiolanti, ho rovistato nella buia soffitta in cerca di lettere e indizi. E tutto questo per cosa? Il mistero viene svelato a metà libro facendo perdere alla storia tutto il suo fascino cupo.. questo romanzo poteva offrire molto, molto di più.
Ci sono vari elementi che la rendono una lettura interessante, capace di donare qualche brivido grazie alla presenza di tavole Ouija, cimiteri, apparizioni e ad alcune scene abbastanza macabre - almeno per chi è fifone come la sottoscritta - ma gli manca qualcosa e, dettaglio non da poco, i personaggi sono poco caratterizzati e non mi hanno per niente colpita. Anzi, questo non è del tutto esatto: River mi ha colpita. Ma in negativo. L'ho trovato inquietante, quasi malato.. mi ha messo addosso un'ansia poco piacevole e a nulla è servito il suo atteggiamento da bello e dannato, che di solito mi conquista. No, a lui avrei volentieri legato mani e piedi prima di buttarlo giù dalla scogliera di Candalù, dritto dritto nell'oceano.. meglio ancora se infestato dagli squali. Violet mi è piaciuta nel suo essere bizzarra, ma fin troppo spesso mi è capitato di detestarla per la sua ingenuità, se così vogliamo chiamarla. Per evitare spoiler posso solo dire che non è del tutto colpa sua, ma caspita, io al posto suo sarei scappata a gambe levate da uno come River. Peccato che l'istinto di sopravvivenza della ragazza sembri inesistente. Capisco l'essere ammaliata dal fascino tenebroso del ragazzo nuovo, soprattutto se vive nella tua dépendance e non c'è neanche l'ombra di un genitore nei dintorni, ma cielo, c'è un limite a tutto. Al cuore non si comanda, in fondo. Anche se questo significa rischiare la testa per un tizio squilibrato e bugiardo. Contenta lei.

Freddie non faceva che parlare del Diavolo, quasi fosse il suo migliore amico, o un vecchio amante. Ma per quanto parlasse del Diavolo, non la vidi mai pregare.
Io pregavo, invece. E mi rivolgevo a Freddie, quando morì.
Negli ultimi cinque anni l’avevo fatto così tante volte che era diventato un gesto inconsapevole, come soffiare sulla zuppa quando è troppo calda. Pregavo Freddie per i miei genitori lontani. Per i soldi che stavano per finire. E perché, a volte, mi sentivo così sola da sentire più vicino il maledetto vento dal mare che sibilava tra gli infissi, che non mio fratello al piano di sopra.
E pregavo Freddie per il Diavolo. Le chiesi di tenere la mia mano lontana dalla sua. Le chiedevo di proteggermi dal male.
Ma, nonostante tutte le mie preghiere, il Diavolo mi trovò comunque.

Un libro che aveva molto da offrire, ma che purtroppo ha tanti, troppi punti deboli. Devo ancora capire se mi sia piaciuto o no, ma una cosa è certa: non sono soddisfatta e non so se leggerò il seguito, non so se mi interessa proseguire con questa storia intrisa di fuoco, sangue e incubi, che prometteva tanto, ma che mi ha lasciato poco. Il problema di fondo è un po' questo, succede tanto, ma non succede niente. La cosa mi confonde e mi lascia l'amaro in bocca, vedremo se all'uscita del secondo volume la curiosità si farà sentire. Non lo consiglio, ma nemmeno lo sconsiglio. Lasciatevi guidare dall'istinto, se sentite il bisogno di dargli una chance, allora non esitate a leggerlo, altrimenti lasciate perdere.