Rowan - Ombre Angeliche

Per tutti i lettori di Jamie McGuire, per i più giovani.. e non solo, una nuova, imperdibile storia d'amore.

Fidati di me - Jessa Holbrook
Recensione un po' così oggi, ultra veloce. Parto in quarta senza tante cerimonie perché onestamente di questo libro mi è rimasto poco o niente e non ho voglia di spenderci troppe parole. Che non mi è piaciuto ormai lo hanno capito anche i muri, ma non pensavo che lo avrei detestato fino a questo punto! Riavvolgiamo per un istante il nastro però, perché devo fare una precisazione sulla copertina orrenda scelta da Giunti. Di questo romanzo io vi avevo già parlato a dicembre scorso nel post  Libri più attesi del 2015, dove lo avevo appunto citato come uno dei romanzi che attendevo con più ansia. Quando è stato finalmente tradotto avrei dovuto fare i salti di gioia.. e invece, per un momento, sono stata tentata di rifiutare l'offerta di recensirlo. Vuoi per il cambio di titolo e di copertina, vuoi perché veniva paragonato a Uno splendido disastro, ho davvero temuto il peggio.. e purtroppo il mio istinto non si sbagliava.
Ma si sa, è difficile tenere a freno la curiosità di una lettrice!
Un incubo che diventa realtà, ecco cos'è stato per me questo romanzo. Avevo una paura folle di trovarmi davanti una scopiazzata mal scritta dell'odiosa storia della McGuire, e così è stato. L'ho detestato un po' meno perché, essendo indirizzato ad una fascia d'età più giovane rispetto a Uno splendido  disastro, in queste pagine (unica nota positiva del libro) si possono trovare poche scene di sesso, e sempre poco descritte, e per fortuna niente violenza. A parte questo, il succo del discorso è sempre il solito: lei è una palla al piede, indecisa e ingenua, con una migliore amica fastidiosa anche solo quando respira e un fidanzato adorabile e bellissimo, ma un po' noiosetto. Il resto lo avete già indovinato, vero? Ovvio, entra scena il classico cattivo ragazzo ed ecco a voi uno dei triangoli più ridicoli della storia, uno di quelli squallidi in cui la protagonista si butta tra le braccia del primo che passa perché, apparentemente, il cervello deve aver smesso di funzionarle a pagina 2.

«È stata solo una cosa mia?»
Era una domanda sconsolata, perfetta. Un paio di fari spuntarono in fondo al viale e mi privarono del piacere di scrivergli una risposta lunga e ponderata. Faceva freddo ma non me ne accorgevo quasi. Mi sentivo ancora in colpa, però la vergogna era scomparsa.
Digitai la risposta il più in fretta possibile. Premetti INVIO e misi via il telefono. Era già nell'etere, stava viaggiando nella notte.
«No, non è stata solo una cosa tua.»

La trama fa acqua da tutte le parti, non tanto per quello che racconta, ma per quello che manca.La Holbrook ha voluto mettere in evidenza solo le parti fondamentali della storia, schizzando da una scena all'altra come una pallina da flipper, dimenticandosi completamente che un romanzo, per stare in piedi, ha bisogno anche di una solida struttura. Fin dalla prima pagina il lettore viene catapultato al centro della storia e per tutto il corso del romanzo si salta di scena in scena senza quasi un filo logico, sembra quasi che l'autrice abbia voluto concentrarsi solo sugli avvenimenti importanti eliminando tutto ciò che solitamente si trova in un romanzo tra una scena l'altra. Non c'è quotidianità in queste pagine, e di conseguenza dei protagonisti sappiamo poco o niente, se non quello che dicono in presenza della protagonista. Tutto ciò che ruota intorno al triangolo amoroso è semplicemente inesistente: casa, genitori, scuola. Tutto viene a malapena accennato o omesso del tutto, giusto per risparmiare tempo e pagine, tanto che a pagina 20 'sti due avevano già la lingua nella bocca dell'altro, senza un minimo di senso.
Il risultato è una sfilza di personaggi privi di spessore e piatti, che non sono riuscita né ad odiare né ad apprezzare, salvo il bad boy di turno, Will, che in alcune scene salta fuori con frasi che mi hanno fatto cadere le braccia, del tipo che se avesse cercato di abbordare me con perle del genere gli avrei riso in faccia per mezz'ora, prima di prenderlo a testate.
Colpi di scena inesistenti, una trama striminzita e uno stile narrativo per niente degno di nota. Un triangolo che più brutto non si può, personaggi che non sanno di niente e una brutta copertina. Devo dire altro? Più che bocciato, direi bruciato. Nel senso che mentre lo leggevo ho pensato più volte che sarebbe stato d'incanto nel camino acceso.
Ma tornando seri, non ho davvero niente da dire. Si è rivelata esattamente la scopiazzata soft diUno splendido disastro che tanto temevo e non ci penso nemmeno a consigliarlo. Ci sono tanti YA meritevoli nelle librerie, perdere tempo con questo sarebbe assurdo, manca proprio di profondità e le poche idee interessanti presenti nella trama vengono sviluppate male o dimenticate del tutto, la tipica lettura che una volta girata l'ultima pagina non lascia niente.
Poco emozionante, poco interessante, ma sicuramente scorrevole, forse l'unica nota positiva di tutto il romanzo. Storia d'amore un fico secco, Lettori! Io ho trovato solo un tira e molla noioso, che non regala niente di nuovo al panorama degli YA usciti fin'ora.

e avesse potuto esprimere un desiderio, avrebbe chiesto di nascere di nuovo. Stavolta, però, nel corpo giusto.

Luna - Julie Anne Peters, Sara Reggiani

Quando ho sentito parlare per la prima volta di questo libro, anni fa, ero rimasta davvero colpita dalla trama. Amo praticamente qualsiasi romanzo esca per la collana Y della Giunti, e viste le tematiche affrontate dall'autrice lo avevo inserito nella Wish List senza pensarci due volte. Sono passati anni prima che riuscissi a procurarmene una copia, ma durante tutto questo tempo il mio interesse non è affatto diminuito, al contrario, quando finalmente ho stretto la mia copia tra le mani la curiosità era ormai alle stelle. Sono quindi felicissima di potergli assegnare quasi il massimo dei voti e di sistemarlo finalmente sullo scaffale accanto ai suoi compagni della stessa collana.
Ma scaviamo più a fondo, e vediamo di preciso cosa mi ha permesso di amare questo romanzo. Per prima cosa, naturalmente, la trama, che affronta un tema importante, che ai giorni nostri è ancora tabù: l'essere transessuali. Ragazze e ragazzi nati nei corpi sbagliati, che si sentono chiusi in gabbia dentro se stessi. Vittime di pregiudizi, spesso non solo da parte degli sconosciuti, ma anche della famiglia stessa, che davanti a situazioni apparentemente estreme reagisce nei modi più disparati. Luna racconta infatti una storia forte, ma delicatissima, che ha un forte impatto psicologico sul lettore, che viene messo faccia a faccia con una realtà che non gli è famigliare.. ma lo fa in modo scorrevole e leggero, forse grazie al fatto che tutta la storia è narrata dal punto di vista di Regan, la sorella di Liam/Luna, unica custode del suo grande segreto. La scelta di non raccontare le vicende attraverso gli occhi del vero protagonista è stata positiva e necessaria, perché permette al lettore di arrivare vicino alle emozioni di Liam/Luna abbastanza da sfiorarle e da prendere a cuore la sua storia, ma al tempo stesso l'autrice permette di restare a distanza di sicurezza dal malessere di questo personaggio, evitando così di appesantire il romanzo e di lasciare al lettore una sorta di sensazione negativa. Perché i pensieri di Liam/Luna non sono facili da digerire, così come non lo è tutta la trama. La transessualità di Liam infatti è solo la scintilla che dà vita all'incendio, e l'autrice è incredibilmente brava ad analizzare i sentimenti e le reazioni dei personaggi che girano intorno a lui/lei. Regan, prima di tutto, che con la sua simpatia e la sua goffaggine riesce a donare un pizzico di ironia a questa storia che, altrimenti, risulterebbe pesante.
Ho apprezzato tantissimo il rapporto tra lei e Liam, perché so fin troppo bene che l'amore per un fratello o una sorella non svanisce mai, neanche nelle situazioni peggiori, neanche quando vorremmo solo che sparissero dalla faccia della terra. Ma la mia attenzione è stata conquistata dai genitori di questi due ragazzi e dalla loro incapacità di affrontare la situazione. Non voglio fare spoiler, ma la Peters va a sfiorare argomenti, sempre con una delicatezza disarmante, che mi hanno gelato il sangue nelle vene. La transessualità viene quasi messa in secondo piano dalla depressione, i tentativi di suicidio, l'odio e peggio, ancora peggio. Cose che però vanno lette.
Affrontare temi tosti come questi è importante, grazie a questo romanzo, che ho divorato nonostante la mancanza di azione, ho avuto modo di riflettere su tante cose, che adesso che sono mamma acquistano un significato ancora più profondo. L'incapacità di comunicare con i genitori può avere risvolti drammatici e non va sottovalutata.

«Perché il cielo è blu?»
 «Perché Dio è maschio.»
Se Dio fosse femmina il cielo sarebbe rosa.
 

Un libro importante, intenso e contemporaneo che ci ricorda che nella vita niente è bianco o nero, e che amare, amare senza alcun pregiudizio, è la cosa più bella e naturale del mondo.
Luna è un libro fresco nella scrittura, ma profondamente toccante, che parla di accettarsi e di accettare, di perdono, di rabbia e della fiducia che a un certo punto  dobbiamo imparare ad avere in noi stessi. L'ignoranza è dappertutto, ci sarà sempre chi criticherà, chi non sarà d'accordo e chi cercherà di farci sentire piccoli, diversi e inadeguati, ma la normalità non esiste. Ognuno è normale e diverso a modo suo, in modi differenti.
In conclusione, questo libro non mi è solo piaciuto: l'ho amato. E l'ho odiato. Mi ha messo sottosopra, mi ha fatto sentire a disagio, in imbarazzo, ma solo per insegnarmi qualcosa di cui farò tesoro. È una storia dura, seria, ma scritta con dolcezza, che dovrebbe uscire dalle piccole librerie di ogni casa per arrivare nelle scuole, dove non si parla mai abbastanza di questi argomenti. La scrittura leggera lo rende perfetto per i giovani lettori, ma il dolore che trapela in modo impalpabile dalle pagine catturerà anche gli adulti. Dolce e amaro al tempo stesso, è proprio il caso di dirlo: è uno di quei libri che tutti dovrebbero leggere, almeno una volta nella vita. Può piacere oppure no, può emozionare o mettere a disagio, ma la sua vera qualità è che insegna a guardare oltre a ciò che vediamo e che riteniamo strano o sbagliato, rendendoci così persone migliori.

Incendierebbe il mondo per salvarla.

Origin - Jennifer L. Armentrout

Inizio subito col dire che da questo quarto volume mi aspettavo una storia frizzante e ricca della carica e dell'ironia che nel capitolo precedente sembrava essere andata perduta. In parte sono rimasta soddisfatta, perché Origin mi è piaciuto decisamente più di Opal, al tempo stesso però ho storto il naso davanti a parecchie cose.. prima fra tutte: il punto di vista di Daemon. Se avete già letto le mie precedenti recensioni lo sapete, ma se così non fosse devo aprire una piccola parentesi sul protagonista maschile di questa saga. Daemon Black, un nome una garanzia, è un tipo di personaggio che rientra perfettamente nelle mie corde, o almeno dovrebbe. È bellissimo, misterioso, spavaldo e con la battuta sempre pronta.. il tipo di ragazzo che nei libri di solito mi conquista! Eppure, non ho ancora capito perché, con lui non ho mai trovato nessun feeling, al contrario, lo detesto a morte! Ecco perché quando ho saputo che in questo volume ci sarebbero stati dei capitoli dal suo POV mi sono un po' spaventata.. e avevo ragione a preoccuparmi. Sarà che sono una persona abitudinaria, non so, ma iniziare ad alternare il punto di vista di Katy a quello di Daemon solo nel penultimo volume della saga mi ha destabilizzata.. avrei preferito che l'autrice lo avesse fatto fin dal primo capitolo della serie, oppure che non l'avesse fatto del tutto. Finire dritto dritto nella testa di un personaggio che non sopporti non è esattamente piacevole.
Per quel che riguarda la lettura in sé, invece, penso si possa affermare senza problemi che Origin è diviso in due parti: la prima metà l'ho trovata molto lenta e ripetitiva, nonché noiosetta. Ad un certo punto ho addirittura temuto di non riuscire a terminare il volume e ho seriamente iniziato a preoccuparmi, poi però le cose sono migliorate e la seconda metà l'ho trovata molto più scorrevole e interessante, anche se troppo, troppo, troppo sdolcinata. Un po' di romanticismo non mi dispiace mai nei libri, ma ad un certo punto i due hanno iniziato a ricordarmi Bella e Edward e il tutto è scivolato in pagine e pagine di «Ti amo!» - «No, ti amo di più io!» e di altre scene che onestamente non mi aspettavo (gli avrei volentieri detto di trovarsi una camera d'albergo, se non fosse che in albergo ci erano già).. insomma, a saperlo prima forse mi sarei buttata direttamente su un Harmony e mi sarei risparmiata le scene sexy tra alieni.
Tirando le somme, visto che questa pessima recensione è già sconclusionata di suo, penso che in questo volume siano stati inseriti tanti elementi interessanti, ma che non siano stati sviluppati al massimo, anzi, trovo che sarebbe stato meglio almeno accennarli nei volumi precedenti, così da avere più tempo per scoprirne di più.. tirare fuori tutto questo materiale e sfruttarlo solo per l'ultimo volume mi sembra uno spreco, ma vedremo come si evolveranno le cose in Opposition, in uscita tra pochi mesi.
Il finale è interessante, ricco di colpi di scena, anche se non tutti li ho apprezzati, al contrario, di alcuni avrei volentieri fatto a meno, ma nel complesso la lettura si è ripresa abbastanza nella seconda parte e sono curiosa di scoprire cosa succederà nel prossimo volume, quindi non mi resta che attendere l'uscita del capitolo finale. Confido che la Armentrout riuscirà a dare una degna conclusione a questa travagliata e scoppiettante storia di alieni.

La lotta per la libertà di una ragazza tunisina nella Primavera araba.

Il mio corpo mi appartiene (Italian Edition) - Amina Sboui

Quando si tratta di storie vere io non so proprio resistere, mi affascinano sempre, qualunque sia l'argomento che trattano. Ho quindi ceduto al richiamo di questo breve romanzo, pubblicato poche settimane fa e tanto chiacchierato.. purtroppo non è stata la lettura che avevo immaginato, ma sarà complicato motivare la mia recensione, quindi chiedo scusa fin da subito per eventuali frasi e pensieri senza senso.
Premetto che, prima dell'uscita del libro, non conoscevo la storia di Amina, nonostante sia molto recente e abbia sollevato un gran polverone, quindi non ho seguito in diretta tutti gli eventi. Scopro e conosco per la prima volta Amina così, con questo suo libro.
Delle testimonianze è sempre difficile parlare, perché non ci si può prendere la libertà di giudicare una trama o dei personaggi.. si è semplicemente in balia degli eventi raccontati, punto e basta. E forse il mio errore, da accanita lettrice di storie vere, forti e drammatiche, è stato proprio quello di aspettarmi da queste poche pagine una storia che lasciasse il segno in modo prepotente, come di solito succede con i libri di questo genere.
La storia ha inizio il 1 marzo 2013 quando Amina, blogger tunisina di diciotto anni, pubblica su Facebook una sua fotografia a seno nudo, con poche parole dipinte sulla pelle: 'Fanculo la vostra morale. Come c'era da aspettarsi questo slogan, poco fine ma senz'altro d'impatto, ha avuto ripercussioni molto forti su di lei e sulle persone che le stavano intorno. Da quel momento in poi Amina racconta in che modo è cambiata la sua vita: la segregazione in casa da parte dei famigliari, il collegio, le fughe e, infine, la prigione. Una storia potente, quindi, che mira a sensibilizzare le persone su ciò che ai giorni nostri ancora accade alle donne, vittime di torture e crudeltà e spiega l'importanza di non voltare lo sguardo davanti a questi problemi.

Penso che la religione esista perché ci sono persone che ne hanno bisogno e si sentono rassicurate dall'avere delle regole di vita. Quando si dice a un bambino: se fai una sciocchezza verrai punito, non uscirai per una settimana, non guarderai la televisione.. quelle minacce lo mantengono sulla retta via. Be', la religione è la stessa cosa. I religiosi passano il tempo ad agitare le loro minacce, e la minaccia suprema è quella di finire all'inferno. Io invece penso che ci si debba comportare bene e fare scelte giuste perché ci si è forgiati una morale di vita.


Il problema è che, purtroppo, lo stile di Amina è talmente superficiale e adolescenziale che non ho avuto la sensazione di star leggendo una storia realmente importante.. non emoziona e non coinvolge, uno strano mix tra una cronaca e un tema scritto in classe.
Ho deciso di dargli la sufficienza perché non posso ignorare che l'argomento trattato sia estremamente importante e, soprattutto, quando leggo queste testimonianze cerco sempre di tenere a mente che non si tratta di un'invenzione e che non ho nessun diritto di giudicare una storia vera. È stata Amina a vivere sulla propria pelle tutto quello che racconta e penso che sia giusto portare rispetto per come, quando e con quale stile ha deciso di raccontare la sua storia.
Non posso però negare di esserne rimasta in parte delusa.. ho sentito la mancanza di qualcosa, di spirito e di sentimento forse, e questo non mi ha permesso di lasciarmi emozionare dalle parole di questa giovane femminista.
Non me la sento né di consigliare né tanto meno di sconsigliare questa lettura, credo che davanti ad un argomento del genere sia necessario lasciarsi guidare dal cuore e dall'istinto. Io purtroppo non sono riuscita a lasciarmi trasportare tra le pagine dalle parole di Amina, a volte troppo colorite e spesso eccessivamente infantili. L'ho trovata una lettura poco emozionante, ma innegabilmente interessante, che a modo suo riesce comunque a lanciare le giuste provocazioni in grado di far aprire gli occhi anche a chi non ha mai vissuto sulla propria pelle la paura di essere donna.

Un padre e una figlia che non si parlano da anni. Un segreto che li unisce e li separa.

Se chiudo gli occhi - Simona Sparaco
Simona Sparaco è un'autrice che conosco solo di fama, sul mio comodino c'è un altro suo romanzo, Lovebook, che purtroppo non ho ancora trovato il tempo di leggere.. quando ho saputo dell'uscita di questo suo nuovo lavoro, però, la curiosità è tornata a stuzzicarmi e ho deciso buttarmi a capofitto nella storia di Viola.
Come avrete capito dal mio voto purtroppo non ne sono rimasta molto soddisfatta. In parte mi dispiace perché non si tratta di un libro brutto, scritto male o noioso ma, pur con tutta la buona volontà del mondo, a me non ha trasmesso proprio niente. Privo di emozioni dalla prima all'ultima pagina.
I motivi che non mi hanno permesso di apprezzare la lettura sono tanti, tutti molto personali.. primo fra tutti la mancanza di originalità, che ha penalizzato moltissimo il romanzo. La trama, infatti, è pressoché identica a quella di altri due romanzi che ho avuto modo di leggere negli ultimi mesi, e se seguite il blog probabilmente sapete già di cosa sto parlando: Lasciami andare, di Fulvia Degl'Innocenti e Niente è come te, di Sara Rattaro. Cambiano i nomi, i paesi, cambiano leggermente i dettagli e le ambientazioni, ma il succo della storia resta lo stesso. Un padre e una figlia che non si parlano da tempo, e un viaggio nella propria terra d'origine per riallacciare i rapporti e cercare le proprie radici. E ad essere identica in questi tre romanzi non è solo la trama, ma anche lo stile, le descrizioni e le continue frasette filosofiche piazzate qua e là.. sa tutto di già letto.

Credi solo in quello che vedi.
Il fatto che tu sia l'unico a vederlo, non vuol dire che non esista.

E diciamolo, io non sono una di quelle lettrici che storcono il naso davanti ai cliché, al contrario, se un elemento mi piace non mi infastidisce trovarlo in più libri, ma in questo caso ho avuto la sensazione di leggere lo stesso libro per tre volte. Se chiudo gli occhi già per conto suo è parecchio lento, quindi vi lascio immaginare quanto poco mi sia appassionata alla storia.Peccato, perché si tratta di un romanzo ricco di segreti da svelate, incorniciati da un paesaggio misterioso e incantevole, che se sfruttato in modo diverso poteva sicuramente dare molto di più.
L'ho trovato un libro, come dire, sovraffollato. Ci sono tantissimi elementi ad appesantire la lettura, troppi da poter essere gestiti bene in così poche pagine.. come se l'autrice avesse cercato di strafare, rovinando però il lavoro.
In sostanza, ammetto di averlo letto molto velocemente, non ne sono rimasta propriamente delusa semplicemente perché era il mio primo approccio con questa scrittrice e di conseguenza non avevo delle aspettative particolare, ma.. niente, diciamo che non è riuscito a conquistarmi e basta, l'ho trovato eccessivamente freddo e monotono, pur trattando temi attuali ed importanti come l'abbandono, l'infelicità e il perdono. Peccato anche per il finale, che non mi ha convinta molto.
Consigliato, forse, a chi ama i romanzi di Sara Rattaro.

Sempre più sensuale, intrigante e ricco di colpi di scena: il nuovo episodio della saga è già un fenomeno del web.

Opal (Lux Vol. 3) (Italian Edition) - Jennifer L. Armentrout
È passato un po' di tempo da quando questo terzo volume della saga è uscito in libreria, lo so.. purtroppo non sono proprio riuscita a leggerlo subito, anche se la curiosità era fortissima e più di una volta ho sfogliato le pagine per leggere qualche frammento di storia qua e là. Insomma, con un po' di ritardo, ma finalmente posso lasciarvi il mio breve parere su Opal! Ho deciso di dedicargli una Minirecensione perché parlare dei volumi centrali di una serie senza fare spoiler è difficile, ciò che resta da dire non è poi molto diverso da quello che ho già scritto per i volumi precedenti, ma spero che possa esservi utile comunque.
Per prima cosa, facciamo un ripassino: se ben ricordate il mio amore per la serie Lux non è scoccata subito, anzi, Obsidian mi aveva un po' delusa.. ma Onyx mi aveva lasciata letteralmente senza fiato, facendomi cambiare completamente idea. Opal si è rivelato un magnifico seguito, un po' diverso dai volumi precedenti, ma altrettanto accattivante.
La trama, di cui non vi anticipo niente, nel caso non aveste ancora letto gli altri libri, risulta subito coinvolgente ed è facile immergersi nuovamente nella bizzarra cittadina popolata da umani e alieni. Ritroviamo i vecchi personaggi, più maturi rispetto ai primi due volumi, ma anche più determinati. Dee non è più l'allegra ragazza che mi ero abituata a veder saltellare qua e là, e Katy e Daemon sono ufficialmente una coppia, anche se i battibecchi non mancano e il pericolo è dietro l'angolo. È un capitolo della saga ricco di novità, l'ho trovato più serio rispetto ai primi due e questo in un certo senso mi è piaciuto, anche se adoravo l'ironia e la leggerezza degli altri due volumi.. rendevano la saga interessante e divertente al tempo stesso, mentre in Opal sembra essere calato un velo di tristezza sui personaggi, che risultano un po', non so come dire.. spenti.
Diciamo che questo è il tipico volume "di mezzo", c'è tanta azione, ma al tempo stesso è una lettura tranquilla. Un accostamento un po' strano, ma questo è ciò che ho provato io.
Ottimo il finale, che mi ha lasciata a bocca aperta e, soprattutto, con la voglia di avere in mano il quarto volume della saga.. per fortuna manca solo un mese all'uscita italiana!
Come ho già fatto in precedenza, vi consiglio di iniziare questa serie se cercate una lettura frizzante, ironica e mai noiosa.. e se non scocca la scintilla con il primo volume non temete e abbiate fiducia, nel corso della storia Katy e Daemon sapranno sicuramente conquistarvi!

Caterina viene dal Sud, Yassine da molto più lontano. Bologna li farà innamorare perdutamente.

Un bacio dall'altra parte del mare (Italian Edition) - Simona Toma

Mi viene davvero difficile parlare di questo breve romanzo, perché in parte mi è piaciuto e in parte no.. la cosa certa è che l'ho letto durante un periodo stressante, ovvero sotto le feste di Natale, che con le cene e le visite dei parenti non è sicuramente il momento adatto a godersi una bella lettura.. insomma, è stato un po' sfortunato questo libro, ma a suo modo ho comunque apprezzato diverse cose.
La storia di Caterina ci porta tra le strade di Bologna, dove insieme al suo migliore amico Ettore assaggerà per la prima volta la libertà e l'indipendenza. Ciò che infatti mi è piaciuto è stata proprio la crescita che la protagonista subisce nel corso della storia. Il libro affronta in modo divertente e frizzante il periodo dei cambiamenti e del distacco dai genitori e dalla propria casa, una separazione che prima o poi tutti affrontiamo, chi per amore, chi per lo studio o per inseguire un sogno. Ed è proprio per studiare che Caterina si trasferisce a Bologna, disposta a seguire il corso di Giurisprudenza e a diventare avvocato, per accontentare il padre.
Fino a che non si innamora di Yassine, e tutto cambia.
L'incontro con il ragazzino marocchino le farà scoprire le vere gioie della vita e Caterina capirà, a poco a poco, che diventare grandi non vuol dire seguire la strada che qualcuno ha scelto per te, bensì decidere con la propria testa quale cammino seguire.
Una storia fatta di cambiamenti, quindi, di crescita e di scoperte, che affronta temi delicati come il rapporto con i genitori, l'omosessualità e il razzismo. Storia che però, nonostante gli elementi buoni, la scrittura piacevole e i personaggi sempre buffi e originali, non mi ha coinvolta più di tanto.
Alcune parti le ho trovate poco approfondite, altre troppo veloci. Il rapporto tra Caterina e Yassine sboccia quasi da una pagina all'altra e si evolve in un battito di ciglia, decisamente troppo frettolosa per soddisfare la lettrice romantica che, sotto sotto, c'è in me.
Ma a farmi storcere il naso è stato il finale, che proprio non sono riuscita a mandare giù. Se c'è una cosa che detesto, quando giro l'ultima pagina di un libro, è ritrovarmi a pensare "e quindi, finisce così? Ma perché, che roba è? È uno scherzo?"
Non fraintendetemi, non sono una fan accanita dei lieto fine in stile Disney, il problema è proprio che, in questo romanzo, un finale quasi non c'è. La storia viene semplicemente troncata in un punto qualsiasi, interrotta bruscamente a metà scena, quasi, e puff, finito. A me queste cose non piacciono, punto e basta. È una cosa puramente personale, infatti vi ricordo, come al solito, di prendere il mio parere con le pinze: se non l'ho apprezzato io non è detto che non possa piacere a voi.. ma a me di leggere 240 pagine e di non sapere neanche come finisce la storia, proprio non va.. che devo fare, mi invento io il finale? Suvvia. Troppe cose lasciate in sospeso, per potermi entrare nel cuore.
Non posso sconsigliarlo, perché mi ha regalato comunque una lettura leggera e scorrevole, ma non posso nemmeno dire di averlo apprezzato a pieno.

Una bufera di neve, un treno in viaggio verso il Baltico e un bambino da rendere felice. Una storia che vi farà sognare.

Un sogno tra i fiocchi di neve (Italian Edition) - Corina Bomann

Quando l'atmosfera natalizia invade le case e i negozi secondo me non c'è niente di più bello che trovare delle letture a tema e passare le feste in compagnia di storie di neve, regali e amore. Proprio per questo motivo ho deciso di leggere Un sogno tra i fiocchi di neve un po' in anticipo: volevo riuscire a consigliarvelo in tempo, nel caso ne fosse valsa la pena. E, per fortuna, questo romanzo non mi ha delusa!
Non avevo mai letto niente di Corina Bomann, autrice tedesca che con la Giunti ha già pubblicato due romanzi che hanno fatto parlare bene di sé sul web: L'isola delle farfalle e Il giardino al chiaro di luna. Sempre grazie alla Giunti potremo leggere, nel 2015, il nuovo romanzo di quest'autrice che, ormai, ho capito di apprezzare.
Un sogno tra i fiocchi di neve è una storia semplice, la storia di una ragazza che odia il Natale ma che, pur di far contento il fratellino, è disposta a fare un lungo viaggio in treno per passare le feste in famiglia. In fondo si tratta solo di tre giorni, che sarà mai? Peccato che la notte del 23 Dicembre la povera Anna si addormenti sul treno, saltando così la sua fermata. Questione di un momento, e il danno è fatto: sola, in piena notte, Anna si trova in una desolata stazione in mezzo a una bufera di neve. A casa però la aspetta il fratellino, che lei non vuole assolutamente deludere.. e così rimette in viaggio.
Non c'è che dire, Anna sembra finita dentro ai libri di Lemony Snicket,Una serie di sfortunati eventi.. altro che "un sogno tra i fiocchi di neve"! Il suo rocambolesco viaggio mi ha fatto davvero sorridere e divertire, alcune situazioni rischiavano di sfociare quasi nell'assurdo, ma la Bomann è davvero brava a tenere le redini della storia, con un pizzico di magia tutto sembra possibile in questo romanzo, perfino le scene più impensabili diventano buffe e simpatiche. I personaggi che Anna incontra, poi, sono uno spasso! Dall'autista di uno spazzaneve a un camionista polacco, da uno studente che ama travestirsi da Babbo Natale a un furgoncino di ragazzi Hippy: la nostra protagonista viene sballottata qua e là, facendo così la conoscenza dei personaggi più strani e disparati.. ma anche magici! D'altronde, le persone che si incontrano per strada alla vigilia di Natale hanno sempre qualcosa di speciale.
Ho adorato le tre vecchiette, eccentriche e un po' fuori di testa, che appaiono e scompaiono durante la storia, come tre fate madrine con la passione per l'Irish coffee e per i bei ragazzi.
Un sogno tra i fiocchi di neve è una storia magica che parla di amore, di famiglia e di fiducia, un po' sempliciotta, ma in senso positivo, una lettura perfetta da fare accoccolati sul divano con una fetta di torta, da leggere in un soffio e da riporre sullo scaffale con un sorriso. Le pagine non sono troppe - perfette da leggere in una notte, se ne avete la possibilità! - e il prezzo è piccolo.. secondo me ne vale la pena, se cercate un'avventura carina per passare le feste che, si sa, sono sempre impegnative sotto Natale.
E se anche voi, come Anna, detestate il Natale.. be', allora questa è sicuramente la lettura che fa per voi, perché con quel pizzico di magia riuscirà a sciogliere anche il vostro cuore da Grinch e a farvi apprezzare almeno un po' lo spirito del Natale e la sua caratteristica più bella: amare, ritrovarsi.. e tornare a credere!

Sette volumi, sette autori pluripremiati. Una grande serie Fantasy.

Nati liberi. Spirit animals - Brandon Mull
Questa saga prometteva bene già prima di essere pubblicata: sette volumi, scritti da altrettanti autori best seller, tra cui spiccano i nomi di Maggie Stiefvater, Shannon Hale, Nix Garth e Marie Lu.. poteva forse non destare la mia curiosità? Nati liberi fa parte di un progetto molto ambizioso, non c'è che dire.. posso solo immaginare quanto debba essere difficile coordinare i lavori, d'altronde si tratta di sette autori diversi, ognuno con il proprio stile e le proprie idee, intenti ad occuparsi della stessa storia. Restare negli schemi previsti non deve essere per niente facile, proprio per questo ho apprezzato moltissimo il lavoro di Brandon Mull, autore di questo primo volume della saga. Bisogna ammetterlo, la storia non è delle più originali: ci troviamo infatti di fronte a quattro prescelti che, avendo evocato i quattro Caduti anziché dei semplici animali guida, dovranno mettersi in viaggio per recuperare dei talismani in grado di aiutarli a contrastare il male che, come in ogni storia che si rispetti, si è risvegliato.
Scontato? Forse un po', ma il bello di questo libro è proprio che, nonostante la trama dallo stampo classico, mi è piaciuto comunque moltissimo! Lo stile di Mull risulta un po' freddo, immagino che questo sia dovuto al fatto di avere uno schema da rispettare, ma non si può negare che a questo autore sia toccata forse la parte più difficile: il volume introduttivo della saga.
In una serie composta da ben sette volumi è inevitabile che il primo sia dedicato in particolare alle spiegazioni e alla presentazioni di luoghi e personaggi, posso solo immaginare quanto sia difficile gettare le fondamenta di una storia sapendo che verrà portata avanti da qualcun altro.. ecco perché ho comunque apprezzato molto il risultato finale.Diciamo che non è stato un inizio con i fuochi d'artificio, ma Mull ha fatto un ottimo lavoro e ha preparato il terreno, se così si può dire, per la bravissima Maggie Stiefvater, autrice del secondo volume che uscirà a gennaio e che io non vedo l'ora di leggere!
Tra le cose positive, oltre ad aver apprezzato la trama, per quanto classica, c'è sicuramente la bellissima grafica del romanzo, coloratissima e curata.. è davvero meravigliosa, non riesco a smettere di ammirarla.. il titolo in oro è in rilievo e i colori della cover sono vividissimi, una cosa fantastica!
Un'altra cosa che ho tanto apprezzato è che le terre di Erdas ricordano molto la nostra Terra, e non penso sia un dettaglio casuale.. tra i personaggi principali abbiamo infatti Abeke, una ragazzina di origini africane che viene da Niloh, che corrisponde alla nostra Africa, e Meilin, che invece arriva dallo Zhong, che a grosso modo comprende Cina e Asia. Ho trovato simpatica questa scelta di mantenere i nomi e le tradizioni dei nostri continenti, mi ha aiutata ad immaginare meglio i luoghi in cui è ambientato il romanzo e me lo ha fatto sentire, in qualche modo, più reale.
Conor, Abeke, Rollan e Meilin sono stati degli ottimi compagni durante la lettura, ognuno con la sua storia e il suo carattere, insieme formano un gruppetto buffo e ancora molto lontani dall'essere in sintonia, sia tra loro che nei confronti dei loro animali. Ho trovato le loro reazioni e i loro pensieri molto reali e adatti al loro carattere, c'è chi si è trovato subito a suo agio davanti ai cambiamenti e alle prove, come Conor e Abeke, e chi invece, tormentato dai dubbi, ha fatto più fatica ad accettare i cambiamenti e a fidarsi. Quattro ragazzini che non si conoscono e che non hanno niente in comune, costretti ad affrontare insieme il pericolo più grande di tutti.
Buffi, sarcastici, ambiziosi e generosi. Giovani, ma con tanta grinta.. ho fatto il tifo per ognuno di loro, da Conor, leale e timido a Rollan, un orfano dalla lingua tagliente e la testa sulle spalle. Mi è piaciuta tanto Abeke, la cacciatrice cresciuta nella savana e, per quanto altezzosa, ho provato un po' di compassione per Meilin e Jhi, il paffuto panda che le è toccato come Spirit Animals.
Tirando le somme: è stata una bella lettura, molto scorrevole e avventurosa, mi sono piaciuti sia i personaggi che i loro fedeli amici con cui - chi più e chi meno volentieri - affronteranno una lunga avventura, e mi è piaciuto anche lo stile dell'autore, anche se un po' rigido a causa dello schema da rispettare. Secondo me questa saga ha delle grandi potenzialità e penso proprio che la Stiefvater saprà sorprendermi con il secondo volume. Adesso non mi resta che consigliarvelo - è perfetto anche come regalo natalizio per qualche giovane lettore, vi assicuro che fareste un figurone! - e aspettare con impazienza che arrivi gennaio per leggere La caccia!

Non credevo di essere speciale. Ma tu hai lottato per me. E ora saremo una famiglia.

Niente è come te - Sara Rattaro
Io sono convinta che ogni autore, anche quello che più ho detestato, meriti una seconda possibilità. Fermandomi ad un solo libro ho sempre il timore di aver scelto semplicemente il romanzo sbagliato o di averlo letto in un brutto periodo, quindi preferisco sempre concedere il beneficio del dubbio e fare un secondo tentativo.
Dopo aver detestato Un uso qualunque di te, qualche anno fa, ho deciso di dare un'altra chance a Sara Rattaro leggendo questo suo nuovo libro,Niente è come te. La trama è profonda e promette emozioni forti, intense e toccanti. Io, purtroppo, mi trovo ad andare controcorrente per la seconda volta. Ci ho provato, ho iniziato questo romanzo senza pregiudizi, al contrario, speravo davvero che mi avrebbe fatto cambiare idea, ma niente, non condivido l'entusiasmo delle altre lettrici che lo hanno lodato come uno dei libri più belli di tutti i tempi.
Sara Rattaro ha il pregio di usare per le sue storie temi di attualità, in questo caso si parla di Margherita e Francesco, di una figlia e di un padre che per dieci lunghi anni sono rimasti separati e che d'un tratto, per il più tragico dei motivi, si trovano a convivere senza quasi conoscersi. Una storia che aveva tutte le carte in regola per entrarmi nel cuore, io che da quando sono mamma leggo in modo diverso da prima. Mi urtano le storie drammatiche sui bambini, sulla perdita dei propri cari, sulle tragedie.. l'amore di essere mamma mi trasforma in una lettrice più sensibile. Eppure, leggendo Niente è come te, ho avuto la conferma che io e la Rattaro non andremo mai d'accordo. Se le trame dei suoi libri mi attirano e mi conquistano, lo stesso non posso dire del suo stile. Una buona storia non basta a fare di un libro un capolavoro, soprattutto quando, come in questo caso, il coinvolgimento è pari a zero.
Questa donna mi fa andare in catalessi non appena apro il libro.
Ecco, l'ho detto.
Le continue riflessioni filosofico-moraleggianti, alternate a quelle sdolcinate da Baci Perugina, sono un mix letale che ogni volta mi stende. Del tipo che preferirei andare a lavare i piatti anziché aprire il libro. Una lagna, ecco cosa sono le storie di questa autrice.. io non le reggo proprio. Il libro è costellato da queste frasette in corsivo - che non ci è dato sapere da chi sono pronunciate, pensato o che diavolo c'entrino con la storia - che sono di una banalità imbarazzante, quelle frasi da orticaria che si trovano su Google digitando "frasi romantiche". Le rose sono rosse, le viole sono blu, dolce è lo zucchero, ma non quanto sei tu.
Ci siamo capiti, no?
Inutile, poi, il doppio punto di vista dei personaggi. I capitoli sono brevissimi e frammentati, ci sono duecentomila stacchi, le scene iniziano e finiscono così, senza una logica, come se stessimo assistendo ai pensieri sconnessi di due persone e il fatto di avere il POV sia del padre che della figlia distoglie l'attenzione dalla trama vera, che già di per sé si reggeva in piedi a fatica.
Raccontare una storia, per una brava scrittrice, significa riuscire a farla vivere ai propri lettori. In questo la Rattaro proprio non riesce, non con me almeno. Trovo il suo stile freddo e distaccato, come se si limitasse a raccontare i fatti avvenuti senza farsi coinvolgere. Avete presente quando guardate un telegiornale, e il presentatore riesce a mantenere un'espressione totalmente piatta mentre riporta notizie di stragi e guerre? Questa è l'immagine che ho della Rattaro. Banale, davvero troppo.
La storia di Margherita e Francesco non mi ha lasciato nulla, è una lettura che si trascina lenta e nonostante la brevità l'ho trovato noioso e scontato.
Bocciato, perché se dopo 220 pagine un libro non mi ha fatto battere ciglio ne deduco che qualcosa sia andato storto.
Però non posso negare che le fan di questa scrittrice siano tantissime, quindi un motivo ci sarà.
Per quel che mi riguarda posso dire una cosa: sono felice di averle dato una seconda possibilità, ma ho solo avuto la conferma che tra noi non c'è nessun feeling. Peccato!

E se scoprissi di avere una sorella gemella? Fantastico! Ma c’è un piccolo particolare: lei è un VAMPIRO!

Mia sorella è un vampiro. Che pasticcio! (Italian Edition) - Sienna Mercer
Attratta in particolare dalle copertine e dalla trama simpatica, la saga Mia sorella è un vampiro era finita immediatamente nella mia Lista dei Desideri. Amo i libri che si rivolgono ad un pubblico giovane, ma questa serie è riuscita comunque a sorprendermi.. mi aspettavo una lettura semplice e divertente, invece ci ho trovato molto, molto di più! Sebbene sia una saga piuttosto lunga - il 14° volume dovrebbe essere uscito quest'estate in inglese, mentre in italia siamo arrivati, per il momento, al volume numero 6 - ogni romanzetto non supera le 200 pagine, quindi si leggono molto in fretta.
La storia è davvero simpatica e i personaggi sono ben caratterizzati, in particolare le protagoniste Olivia e Ivy, che scopriranno di essere sorelle gemelle.. le ho trovate perfette, ognuna a modo suo, unite fin dall'inizio e legate nonostante le diversità. Olivia, infatti, ama il rosa ed è una cheerleader, mentre Ivy, dark e dedita all'eyeliner, altri non è che un vampiro.
Le buffe avventure che queste due strambe sorelle affronteranno insieme sono divertenti, ma anche profonde, in quanto trattano in modo leggero temi come la diversità, la discriminazione e la vendetta. Scoprire di avere una sorella gemella ha i suoi vantaggi, e Olivia e Ivy non ci penseranno due volte a sfruttare questa cosa e a scambiarsi le identità per prendersi delle piccole rivincite.
Mi sono davvero appassionata a questa serie, la trama è molto leggera ma al tempo stesso ben intrecciata e lo stile dell'autrice mi è piaciuto moltissimo, riesce a far prendere vita a luoghi e personaggi e ad alternare scene esilaranti ad altre più serie. Ho riso tanto e mi sono commossa.. è stata davvero una una bellissima sorpresa e non vedo l'ora di proseguire la lettura, il secondo volume è già pronto sul mio lettore ebook!

Era il momento della verità. Sarebbe stato il sigillo stesso a decretare se erano degne o no di essere le nuove Fate della Nebbia.

Le Fate a Metà e il ritorno di Yoro - Benedetta Parodi
La Parodi, con la sua dolcezza, mi conquista sempre. Non sapevo quanti fossero i volumi delle Fate a Metà, ma una volta arrivata alla fine del libro ho capito che questo probabilmente sarà  l'ultimo romanzo - o almeno, con questa terza avventura la storia di Viola e Bianca trova una conclusione, questo non esclude che possano esserci dei seguiti, magari con un nuovo nemico, chissà.. - fatto sta che al momento di salutare le piccole Fate della Nebbia mi sono sentita triste, lo ammetto. Questa semplice trilogia per bambini - che segue un po' la scia di Fairy Oak,Milla&Sugar e compagnia - mi ha regalato davvero tante emozioni, è un storia molto tenera, da cui trapela senza filtri tutto l'amore dell'autrice per i suoi figli e per la sua famiglia. La trama delle Fate a Metà è nata proprio come una piccola fiaba che la Parodi raccontava ai suoi bimbi prima di dormire e con il tempo le avventure di Bianca e Viola si sono fatte così intriganti da poterne scrivere un romanzo - successivamente diviso in tre parti da Rizzoli -, ma leggendo queste pagine arricchite dalle bellissime illustrazioni di Silvia Provantini si avverte senza sforzo l'amore e la dolcezza che racchiudono. In questo volume conclusivo le coraggiose gemelle si scontreranno di persona con Yoro e con i terribili Serpenti Neri e dovranno prendere decisioni difficili. La magia e la vita le metteranno di fronte ad ostacoli che solo insieme possono superare, tirando fuori il coraggio e la lealtà. È una storia con un risvolto molto ecologista, perché il male che le Fate a Metà affrontano - i Serpenti Neri - arrivano proprio dall'inquinamento, trapela quindi un messaggio positivo sul rispetto per l'ambiente, che insegna ai bambini a prendersi cura di questa Terra che tanto ci da e poco riceve.
Ottima per i lettori più piccoli, che si divertiranno tantissimo a provare le ricette descritte nel libro - come la Nurella e le frittelle di castagne -, ma adatta anche agli adulti che amano la magia e le fiabe . Penso che siano perfetti da regalare a figli o nipoti, ma anche da comprare per sé, se apprezzate le illustrazioni e le storie per bambini.

La libertà di scegliere è un dono prezioso. O una feroce condanna.

La carezza leggera delle primule - Patrizia Emilitri
Questo libro mi ha stregata fin da quando l'ho preso tra le mani per la prima volta, anche se ho dovuto attendete un po' di tempo prima di potermici dedicare completamente. È rimasto a guardami dal comodino, con insistenza. "Non c'è fretta, leggimi quando vuoi" sembrava dire. "Leggimi anche al momento sbagliato, se vuoi, tanto mi amerai lo stesso." Ora, i libri non parlano, in teoria, ma questo lo fa. Non so come, non so spiegarvi perché, ma tutto in questo romanzo parla.
E in modo prepotente, anche.
La storia di Claudia e Clorinda è una storia che mi ha lasciato senza fiato, che ha risvegliato in me sensazioni e pensieri assopiti da tempo: l'angoscia, la curiosità, l'orrore. Staccarsi dalle pagine mi era impossibile, l'ho divorato in due notti, perché questo non è un libro che può essere letto di giorno, alla luce del sole, proprio no. Va letto nelle tenebre, nel bel mezzo di un temporale, per assaporarne meglio la magia cupa che ne impregna le pagine.

E questa decisione è stata presa da una donna. Un uomo, pur con tutto l'odio immaginabile, non lo avrebbe mai nemmeno pensato.
No, un uomo no.
Perché un uomo può essere cattivo, ma una donna sa essere feroce.
Guarda il caso, sia cattiveria sia ferocia sono termini femminili.
Rancore e odio sono maschili.
Vendetta è femminile.

 

Ne sono rimasta incantata fin dalle prime pagine e man mano che andavo avanti ho capito che, pagina dopo pagina, parola dopo parola, il mio cuore si stava legando sempre di più a questo libro capitato tra le mie mani un po' così, quasi per caso. Faccio fatica a parlarne e a trovare le parole giuste, quando trovo una storia che mi si appiccica addosso in questo modo tendo a diventarne un po' gelosa e preferisco tenere per me tutto ciò che ho provato durante la lettura, ma questo è un caso diverso, voglio provarci, perché La carezza leggera delle primule ha innescato in me qualcosa di profondo, un cambiamento.  Ci sono libri che ti cambiano la vita, ecco la verità. Io questa storia di maledizioni, vite passate, magia e orrore l'ho sentita mia dalla prima all'ultima pagina ma, lo specifico, non è un romanzo che può piacere a tutti.
È cupo, intriso di dolore, di scelte sbagliate e di morte, così come tutti i libri che mi rimangono nel cuore. La morte, infatti, è la caratteristica che un libro deve possedere per conquistarmi. È un argomento che mi tocca nel profondo e da cui sono irrimediabilmente attratta, ma non in senso negativo. La morte intesa come la fine della vita, come qualcosa di sconosciuto, come una nuova avventura, come qualcosa da accogliere serenamente. A nessuno piace soffrire, eppure questo romanzo mi ha commossa fino alle lacrime e non solo. Ho pianto di rabbia, di tristezza, di dolore. C'è tanta ingiustizia tra queste pagine, in questa storia a metà tra magia e realtà, tanto egoismo, povertà, tanto orrore. Più di una volta ho dovuto chiudere il libro per prendere un respiro. L'ho letto così, trattenendo il fiato come in apnea, e le pause mi sono servite, letteralmente, per non sentirmi soffocare dalle parole.

Morire fa parte della vita, ma i ricordi uccidono di più.
Oggi so che non è stata una buona cosa sfidare il destino già scritto.

Non riuscirò a togliermi facilmente dalla testa Clorinda, questo è certo. Strega, madre, amante, donna. Un personaggio che mi ha insegnato moltissimo, che ho amato, odiato, ammirato e in cui mi sono rivista. Ho pregato perché si salvasse, in alcune parti, e in altre ho desiderato che morisse. Ho percorso con lei anni, secoli di difficoltà, di maledizioni con radici lontane e ho scoperto fin dove era disposta ad arrivare per ottenere ciò che voleva. Una cosa però è innegabile: la porterò sempre nel cuore. Claudia, invece, non mi ha lasciato molto, ma non è colpa sua, accanto a Clorinda qualsiasi altro personaggio svanisce.
Oscuro, forte, maledetto. Ha fatto crollare le mie barriere, ha preso il controllo delle mie emozioni e mi ha cambiata, sono uscita da questa lettura più forte e consapevole di tutto: della vita, della morte, dell'amore e della crudeltà. Mi ha conquistata, e io lo consiglio a voi, con la speranza che faccia altrettanto.

Un romanzo avventuroso e movimentato, che parla della nostra storia recente, vista con lo sguardo acuto e ironico di una ragazzina ben decisa a mantenere intatta la propria capacità di ridere e di indignarsi.

Una valle piena di stelle - Lia Levi, Desideria Guicciardini

Una valle piena di stelle è un romanzo che ho scoperto per caso, parecchi mesi fa, e che da allora mi frullava nella testa in modo insistente. Ho trovato l'occasione di leggerlo in una freddissima giornata di Novembre e non ho potuto evitare di amarlo. Come avevo immaginato e sperato, Lia Levi è una scrittrice eccezionale. Uno dei motivi è sicuramente che "i personaggi di questo libro sono immaginari, ma i fatti raccontati sono realmente accaduti", come è giustamente specificato all'inizio del libro. Scrivere di qualcosa che si è vissuto sulla propria pelle deve essere difficile e al tempo stesso liberatorio, permette al lettore di tuffarsi direttamente nella testa dell'autore, e questo l'ho apprezzato moltissimo.
Una valle piena di stelle, vincitore del Premio Castello nel 1997, è una storia di speranza e di paura, che io ho letto con il fiato sospeso, nonostante non sia un testo ricco di adrenalina, al contrario, Brunisa ci tiene compagnia per più di un anno e mezzo, raccontando inizialmente quella che è la fuga verso la salvezza, verso il confine svizzero, passando poi al difficile periodo di trasferimenti, di fame e di dubbi e, infine, alla libertà e ad una nuova vita. In tutto questo seguiamo le avventure anche della sua famiglia, della mamma Adriana e di papà Philp, della prima amica e del primo grande amore.. tanti personaggi che toccano il cuore con le loro paure e le speranze, che fanno sorridere e a cui è facile affezionarsi, prima fra tutte Brunisa, che questo buffo nome lo porta con orgoglio.
La lettura è stata splendida, ho trovato esattamente quello che pensavo e più di una volta, con la sua semplicità, è riuscita a commuovermi. È un testo adatto a chi vuole avvicinarsi a questo periodo della storia, così lontano e al tempo stesso vicino abbastanza da non essere ancora dimenticato, che offre ai lettori giovani una visione della Seconda Guerra Mondiale pacata, ma reale, raccontata attraverso gli occhi di una ragazzina con una grande forza d'animo.
Sono davvero soddisfatta, è stato emozionante trovare tra le pagine i luoghi in cui sono cresciuta e dove tutt'ora abito, riconoscere i nomi delle vie e le ambientazioni mi ha fatto sentire molto vicina a Brunisa.. non vedo l'ora di leggere qualcos'altro di questa autrice!

Ironica e toccante, comica e commovente, Maddie Dawson ha scritto un altro romanzo così intenso e vero da volerlo vivere.

Non c'è niente che non va, almeno credo - Maddie Dawson

Non c’è niente che non va, almeno credo, è il primo libro di questa autrice che mi capita di leggere ed ero molto entusiasta. Dei suoi precedenti romanzi ho sempre sentito parlare bene, e la trama di questo suo nuovo lavoro mi ha colpita immediatamente.. qualcosa però è andato storto.
Ci ho messo ben due settimane a terminarlo – e dire che le pagine in totale sono meno di 400! – e a distanza di qualche giorno devo proprio dirlo: mi ha delusa. Tre stelle se le merita per i temi difficili che vengono affrontati, come la vecchiaia, le difficili situazioni famigliari e il tradimento, e anche per i discorsi simpaticissimi e qualche volta geniali tra Rosie e Tony, che più di una volta mi hanno fatto sbellicare dalle risate, ma se ciò non ci fosse stato credo che, a malincuore, lo avrei bocciato.
La difficoltà più grande nella lettura è stata abituarmi allo stile dell’autrice, l’ho trovato dolce e semplice, ma ho detestato la sua scelta di narrare la storia al presente, ma concentrandosi su tutti i personaggi. La protagonista ovviamente rimane sempre la nostra buffa e un po’ svampita Rosie, ma la Dawson non si fa problemi a spaziare sui personaggi che la circondano. Cosa c’è di male in questo? Assolutamente niente, anzi! Ma.. al presente? No grazie!
È stato un trauma per me, sarà che non ci sono abituata o che semplicemente non fa per me, fatto sta che quando finalmente ho iniziato a famigliarizzare con questo stile il libro era ormai finito. Al di là di questo problema – che per me è stato enorme, ma a qualche altro lettore potrebbe non fare né caldo né freddo – la lettura è stata piacevole, ma non soddisfacente come speravo.

«L’ho fatto per Rosie e in cambio le chiedo solo di promettermi che vivrà la sua vita con un po’ di passione. Voglio che sfrutti appieno il suo potenziale, invece di starsene seduta qui a sprecare i suoi giorni.»
E Rosie, seduta lì, ha una rivelazione accecante, se è questa la parola giusta. Per la prima volta sua nonna, folle e impetuosa, può anche essere ubriaca e crudele ma ha ragione. In effetti, cosa sta combinando nella vita? È questo che voleva davvero?

Si tratta di una storia, come dire.. reale. Insieme a Rosie affrontiamo i grandi e i piccoli problemi della vita, le scelte difficili, l’amore e la perdita, in modo leggero, ma senza fronzoli. Rosie è una donna forte, ma che crolla, piange, si arrabbia e, inevitabilmente, ama. Mi è piaciuto il modo in cui l’autrice ha affrontato i temi più pesanti, sempre con un pizzico di ironia, ma senza mai dare la tipica impressione che nei libri si ha, ovvero che sia tutto rose e fiori. I problemi esistono, il dolore anche, e vanno affrontati sempre. Qualche volta da soli, qualche volta in compagnia.
Come avrete capito è stata una lettura altalenante, fatta di particolari che ho apprezzato, ma circondato da un’aura un po’ malinconica che mi ha lasciato una brutta sensazione – naturalmente per capire di cosa parlo dovete leggere il libro voi stessi – e quindi non sono del tutto convinta. Alcune situazioni famigliari mi hanno messo addosso una tristezza incredibile e così invece di concludere il libro con un sorriso mi sono trovata a sospirare e borbottare, indecisa. E sono indecisa anche adesso, non so proprio cosa pensarne.
Sono felice di averlo letto, al di là di tutto, ho conosciuto personaggi carismatici e riso parecchio e un pochino mi sono anche commossa, ma non è un romanzo che consiglio a occhi chiusi perché penso sia difficile da apprezzare sul serio. Senza dubbio è una lettura adatta agli adulti – non per via di qualche contenuto non adatto ai più giovani, ma perché penso sia più facile immedesimarsi delle situazioni e rispecchiarsi nelle riflessioni dei personaggi – e in particolare alle donne e alle mamme.

L'amore è pericoloso. A volte mortale.

Black Ice - Becca Fitzpatrick

In questa lettura mi ci sono buttata a capofitto e con molto entusiasmo, convinta che sarei rimasta affascinata dal nuovo romanzo della Fitzpatrick perché, chi mi segue lo sa, a suo tempo avevo amato moltissimo la saga Hush Hush. Non sarà facile scrivere un parere su Black Ice, si tratta di un libro che mi ha suscitato emozioni molto contrastanti e che quindi mi viene difficile consigliare o sconsigliare.. cercherò di essere breve.
Se le mie aspettative sono state in parte deluse, questo ormai si era capito, è principalmente colpa della trama. Premetto che io e i thriller abbiamo un rapporto particolare, mi piacciono, anche se ne leggo davvero pochissimi, ma al tempo stesso mi mettono ansia ed è una sensazione che non mi piace provare quando leggo, quindi succede davvero raramente che ne compri uno. A Black Ice ho dato una possibilità non solo per via dell'autrice, ma anche per via della storia, che sembrava a modo suo originale e coinvolgente. E in effetti gli eventi mi hanno tenuta incollata alle pagine, in questo l'autrice è brava, tutta la storia si svolge nell'arco di pochi giorni senza lasciare capitoli piatti o lenti. Il problema è stato il modo in cui tutta la faccenda si è sviluppata. Tutto ciò che di interessante poteva esserci è stato raso al suolo da scene inverosimili e senza senso, alcune situazioni sono davvero assurde e viene da chiedersi che razza di problemi abbia la protagonista. Ritrovarsi in montagna, sequestrata da due potenziali assassini deve essere sconvolgente, ma la reazione di Britt mi ha fatto davvero storcere il naso. Inizialmente avevo apprezzato il suo sangue freddo, ma a lungo andare ho dovuto cambiare idea, la maggior parte delle volte ciò che fa e pensa è al limite del ridicolo. E non è da meno la sua pseudo migliore amica, Korbie.
Credo che Korbie incarni il tipo di ragazza che io legherei senza indugio e senza rimpianti ai binari di un treno, giusto per intenderci.
A salvare questo libro dal disastro totale sono stati i personaggi maschili che, nonostante non mi siano piaciuti per niente, per lo meno ho trovato credibili. Mi è capitato spesso durante la lettura di dubitare di loro e questo ha mantenuto il livello di suspance alto abbastanza da permettermi di proseguire con la storia e di invogliarmi ad arrivare al finale. Ovvio, questo lo dico io che di thriller ci capisco quanto di matematica. Se voi siete appassionati di questo genere e vi siete già fatti una cultura in quanto assassini, rapimenti e fughe, allora immagino che la storia di Black Ice vi metterebbe solo un gran sonno.
Altra pecca - perché sì, nonostante le mie 3 stelle questo romanzo ha più lacune che altro -, è stata la parte romance della storia. È uno scherzo, deve esserlo per forza. Questa indescrivibile love story è la cosa più insensata, mal scritta e forzata che mi è capitata tra le mani negli ultimi mesi.. ma perché, dico io, perché? Che bisogno c'era di inserirla? È inutile e ridicola. Avrei preferito di gran lunga che l'autrice si concentrasse sulla parte avventurosa e inquietante della storia, forse in quel caso il libro mi sarebbe piaciuto, ma questa cosa è completamente assurda e stona da morire con il resto dalla storia. Immaginate di spalmare una bella cucchiaiata di Nutella su una fetta di salame.
Ecco, stessa cosa.
Come avrete quindi capito, questo romanzo si è rivelato un mezzo buco nell'acqua, gli ho concesso la sufficienza perché tutto sommato tiene un ritmo serrato e non mi sono mai annoiata a leggerlo, anzi, l'ho divorato in pochissimi giorni e (purtroppo o per fortuna) lo stile della Fitzpatrick mi piace sempre, quindi non me la sento di bocciarlo, ma nemmeno di consigliarlo ad occhi chiusi. Quella che invece voglio fare è spendere due parole per chi si è avvicinato a questa autrice leggendo appunto Black Ice, perché ho notato che sono in tanti e che la maggior parte dei lettori è rimasto deluso. Il mio consiglio è quello di dimenticare completamente questo romanzo e di buttarvi sulla saga Hush Hush, che è tutta un'altra cosa!